I recenti interventi legislativi hanno incentivato l'esercizio della professione in maniera associata e collettiva

di Valeria Zeppilli - Gli ultimi interventi legislativi hanno aumentato le possibilità per i legali di associarsi, con l'apertura ai soci di capitale nelle società tra avvocati e la facoltà per questi ultimi di partecipare a più di un'associazione professionale, alle quali si aggiunge la possibilità di costituire liberamente reti e consorzi con professionisti e imprese per poter partecipare agli appalti.

Società tra avvocati

In particolare, la recente legge annuale sulla concorrenza e sul mercato ha sancito definitivamente che la professione forense può essere esercitata in società di persone, società di capitale e società cooperative, da iscrivere in un'apposita sezione dell'albo.

Di tali società, peraltro, non devono far parte per forza solo gli avvocati, ma al loro interno possono comparire anche soci di capitale, sebbene per massimo un terzo del capitale sociale e dei diritti di voto, pena lo scioglimento della società. Non sarà possibile, tuttavia, parteciparvi per il tramite di società fiduciarie o trust o per interposta persona, pena l'esclusione di diritto.

Un altro limite è rappresentato dall'organo gestorio, del quale possono fare parte solo i soci, per maggioranza avvocati. La carica di amministratore, poi, può essere rivestita sia dai soci professionisti che dai soci di capitale.

Resta fermo il fatto che la prestazione professionale resta personale, che tutti i soci professionisti devono continuare a dare garanzie di indipendenza e imparzialità e che la responsabilità sociale non esclude quella del singolo professionista che ha eseguito la prestazione.

Associazioni

E' sempre nella legge annuale sulla concorrenza che si rinviene la possibilità per gli avvocati di entrare a far parte di associazioni professionali, sia composte da soli avvocati che multidisciplinari. Peraltro, l'adesione a un'associazione non impedisce l'adesione anche ad altre.

Reti e consorzi professionali

Il cd. Jobs Act autonomi, invece, ha dato agli avvocati e a tutti gli altri professionisti la possibilità di creare reti, anche con imprese, e di costituire consorzi stabili o associazioni temporanee professionali al fine di consentire agli interessati, per tale via, la partecipazione a bandi e l'assegnazione di incarichi e appalti privati.

Niente più piccoli studi?

È evidente che le recenti novità mettono a dura prova i piccoli studi, favorendo l'esercizio professionale in realtà grandi e di tipo collettivo. Associandosi e unendosi, peraltro, i professionisti possono gestire i costi di studio in maniera meno oppressiva e hanno molte più opportunità di acquisire lavori complessi e importanti.

È chiaro che gli avvocati che operano nei loro studi in autonomia, dinanzi a tale tendenza, trovano sempre maggiori difficoltà, difficoltà che peraltro si aggiungono alle molteplici con le quali la professione deve lottare giorno dopo giorno e che, tra le altre cose, hanno determinato il netto calo del tasso di crescita dell'avvocatura che si sta registrando negli ultimi tempi (sul quale leggi: "Gli avvocati non crescono più").

Valeria Zeppilli

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