Arriva da Napoli l'ennesima protesta contro Cassa Forense, stavolta tramite mozioni dell'assemblea e ricorsi all'autorità giudiziaria

di Gabriella Lax - Ancora proteste da parte degli avvocati del foro di Napoli contro l' attuale regime della Cassa forense. Il dato principale, emerso dall'assemblea straordinaria del foro svoltasi il 4 luglio al palazzo di giustizia, è stato ribadire l'illegittimità della contribuzione previdenziale slegata dal reddito. Per questo l'esigenza sarà «collegare l'obbligo della contribuzione al reddito - altrimenti - si crea una nuova sacca di povertà nella professione forense». A questo si sommano le eventualità di proporre ricorso all'autorità giudiziaria contro la Cassa di Previdenza e Assistenza Forense. 

Foro di Napoli, le proteste dei mesi passati e le mozioni dell'ordine

Nei mesi passati, gli avvocati napoletani avevano protestato con assemblee e presidi manifestando contro la crisi dell'avvocatura italiana, in particolare, contro le condizioni inique imposte dalla Cassa forense penalizzanti per giovani avvocati e non solo. 

Un concetto ribadito nell'assemblea di mercoledì, la dove si è sottolineato ancora una volta che, sovente, proprio i giovani sono costretti a cancellarsi dagli albi a causa dei contributi previdenziali salati. Come riporta l'Ansa, due le mozioni frutto del lavoro dell'assemblea: in primis, l' Ordine degli Avvocati di Napoli ha ribadito la necessità di una modifica del sistema previdenziale, che possa prevedere contributi minimi proporzionali al reddito e, per questo, ha conferito mandato a due professionisti che, esaminati i bilanci della Cassa forense, individuino soluzioni tecniche adeguate e valutino interventi immediati per salvaguardare gli avvocati con redditi più bassi. La seconda mozione di "Nuova avvocatura democratica" chiede l'abolizione dei minimi contributivi previdenziali slegati dal reddito e una contribuzione proporzionale e progressiva. 

I ricorsi degli avvocati contro la Cassa Forense

Intanto alcuni avvocati partenopei, tra i tanti "costretti a cancellarsi dagli albi a causa dei contributi previdenziali", si rivolgono all'autorità giudiziaria contro la Cassa di previdenza e assistenza forense. 

Non si può fingere di "non vedere la violazione di diritti costituzionalmente garantiti" dice al Corriere del Mezzogiorno la presidente dell'associazione Nomos Movimento Forense, avvocato Argia Di Donato, la quale ha impugnato innanzi al giudice la cartella di pagamento emessa da Equitalia Spa per conto della Cassa. Non si tratta di una "battaglia personale - dichiara la Di Donato - ma che riguarda l'intera categoria" e soprattutto "le migliaia di giovani avvocati dinanzi ai quali oggi c'è solo la cancellazione dall'albo". Sarebbe "utile - incalza la Di Donato - che tutti i colleghi proponessero ricorso"

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