Scaduto il tempo fissato dal decreto antiterrorismo. Dal 1° luglio il periodo di conservazione è tornato ad essere di 12 mesi per i dati telematici e di 24 mesi per quelli telefonici. Quelli conservati in precedenza vanno cancellati

di Valeria Zeppilli - Il primo luglio è terminato il periodo fissato dal decreto-legge antiterrorismo numero 7/2015 per l'obbligo di conservazione dei dati del traffico telefonico e telematico precedenti i termini ordinari di conservazione, imposto agli internet provider e agli operatori di telefonia.

Data-retention temporanea

La cd. data-retention, infatti, era stata pensata dal legislatore del 2015 per esigenze investigative ed era stata limitata a un arco temporale che partiva dal 21 aprile 2015 (ovverosia dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto) e terminava il 30 giugno 2017.

Siamo ora arrivati a luglio 2017 senza alcun intervento di proroga, né attuato né solo preannunciato, con la conseguenza che le regole che tornano ad applicarsi sono quelle previste dal codice della privacy.

L'allarme

Ciò vuol dire che da sabato scorso i dati del traffico telefonico tornano a dover essere conservati per 24 mesi dalla comunicazione, mentre quelli telematici per 12 mesi. Tutti i dati precedenti, invece, possono ora essere cancellati.

Subito è scattato l'allarme, specie per le indagini concernenti i reati più gravi, quali quelli di mafia e terrorismo, che potranno estendersi scavando indietro nel tempo con dei limiti ben precisi, anche se dal Ministero della Giustizia hanno fatto sapere che le Procure non sembrano essere particolarmente preoccupate o, comunque, non hanno lanciato segnali.

I vincoli UE

A tal proposito, in ogni caso, deve rilevarsi che la Corte di giustizia dell'Unione Europea, chiamata ad affrontare la questione della data-retention indiscriminata prevista dalla direttiva 2006/24/EC, ha dichiarato l'illegittimità della stessa con pronuncia del 2014.

Dopo tale sentenza, peraltro, gli Stati membri avrebbero dovuto eseguire degli stress-test che accertassero la compatibilità delle varie normative interne sulla data-retention con il diritto europeo, cosa che l'Italia non ha ancora fatto, con la conseguenza che anche la normativa tornata in vigore dal 1° luglio lascia dubbi circa la sua legittimità.

Allarme terrorismo

Si segnala, comunque, che l'allarme terrorismo, alto in tutta Europa, ha spinto alcuni Stati colpiti da recenti attacchi, come la Francia, a superare i vincoli UE in materia, ad esempio imponendo la conservazione totale dei dati del traffico telefonico e telematico.


Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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