Intervista all'avvocato matrimonialista Cesare Rimini sul recente revirement della Cassazione in tema di assegno divorzile

di Gabriella Lax - Non si placano le discussioni e gli interrogativi sulla strada intrapresa dalla giurisprudenza dopo la sentenza 11504 della prima sezione civile della Cassazione circa l'addio al parametro (più che consolidato) del tenore di vita riguardo l'assegno di divorzio

Leggi: "Divorzio: la Cassazione dice addio al tenore di vita. Ecco le motivazioni"

Abbiamo sentito a tal proposito Cesare Rimini, avvocato matrimonialista, giornalista e scrittore. 

Per un matrimonialista della sua esperienza cosa comporta il recente revirement della Cassazione in tema di mantenimento? Dovrà rimettere mano a tutti i procedimenti in corso?

«La sentenza della Cassazione di cui ci siamo occupati con grande ampiezza interessa praticamente tutte le persone sposate, separate, divorziate o addirittura anche quella che hanno intenzione di sposarsi. Si tratta di una sentenza a sezioni semplici, mentre la precedente, risalente al 1990 era a sezioni Unite, questo è un cambiamento, come ha detto lei, ma non della stessa importanza della sentenza precedente. Il discorso è un po' quello di base: se il legislatore non fa le leggi finiscono per essere molto importanti gli interventi della magistratura. È chiaro che quando si dice che col divorzio il rapporto coniugale è talmente "finito" che non può avere riflessi economici così duraturi come quello del mantenimento dello stesso tenore di vita si dimentica che in molti paesi c'è la possibilità di un accordo prematrimoniale: poco romanticismo ma molta concretezza».

Cosa accadrà dopo questa pronuncia?

«È chiaro che nei procedimenti di separazione in corso o nei procedimenti precedenti non ha effetto perché si tratta di una sentenza che riguarda la fase di divorzio

. Se poi la fase di divorzio è in corso è evidente che quell'ordinamento giurisprudenziale avrà un rilievo. Se invece la sentenza di divorzio fosse già stata pronunciata sarebbe molto difficile, se non esistono altri giustificati motivi, dire "io voglio dare meno a mia moglie - ad esempio - perché c'è la nuova sentenza. Se la causa è in corso il discorso è differente».

Condivide il pensiero della Cassazione?

«La decisione della Cassazione va applicata evidentemente caso per caso, non si possono fare le sentenze col timbro. Perché ad esempio è chiaro che quel tenore di vita di cui si parlava prima a volte riguarda mogli che non avevano un lavoro ma che avevano dato tutta la loro vita per anni ed anni per consentire al marito di svolgere il suo lavoro e gestire una famiglia può essere un impegno più grande e gravoso che far l'avvocato o l'ingegnere».

La Cassazione ha anche detto che il cambiamento di parametro di valutazione vale solo per il divorzio e non per le separazioni. Quindi Berlusconi continuerà a pagare fino a che non interverrà il divorzio?

«Non voglio parlare di Berlusconi, voglio parlare di diritto e, in questo caso, lui ha avuto una separazione e sono state confermate le decisioni prese in primo e secondo grado, ma la causa di divorzio è ancora in corso e nessuno può permettersi di prevedere cosa succederà».


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