I dati del primo "Rapporto sulla stabilità finanziaria" di aprile 2017 della banca d'Italia

di Roberto Paternicò - Un quadro d'insieme sulla situazione economico-finanziaria nei primi mesi del 2017 è stato tracciata, nell'aprile di quest'anno, da Banca d'Italia nelle varie aree in osservazione: famiglie, imprese, mercati finanziari, banche e assicurazioni.

Un rapido sguardo sugli aspetti salienti dell'analisi effettuata.

Le famiglie italiane

Mostrano una propensione al risparmio stabile rispetto al 2015, ma inferiore di circa quattro punti percentuali alla media del decennio precedente la crisi (dal 12,2% all'8,5%). Si riducono gli investimenti in obbligazioni bancarie e titoli pubblici, mentre crescono i depositi e una parte delle disponibilità finanziarie viene convogliata nel "risparmio gestito" (fondi comuni e prodotti assicurativi e previdenziali). Un portafoglio che diversifica il rischio raggiungendo il 34% (nel 2008 era pari al 22%), ma ancora al di sotto della media dell'area dell'euro. L'indebitamento verso banche e società finanziarie aumenta, ma rimane su livelli molto bassi nel confronto internazionale e il mercato immobiliare presenta favorevoli prospettive scontando il basso livello dei tassi d'interesse che alimentano la domanda di finanziamenti per l'acquisto di abitazioni. Si consolida, infatti, la crescita delle compravendite immobiliari, ancora, numericamente inferiori a quelle precedenti la crisi, ma con prezzi in via di stabilizzazione.

E' cresciuta la quota dei mutui a tasso fisso di un 5% visto il ridotto divario con quelli a tasso variabile e il credito al consumo, soprattutto, di beni durevoli con un aumento del 6%. E' aumentata la capacità di rimborso dei prestiti delle famiglie, anche, per effetto di una più attenta selezione della clientela da parte degli intermediari, raggiungendo il più basso tasso di deterioramento degli ultimi dieci anni (1,5%).

Le imprese

La redditività delle imprese sta aumentando e ha segnato nel 2016 un margine operativo lordo (MOL) cresciuto del 6,4%. La richiesta di finanziamenti esterni è limitata sia nella componente del credito bancario sia in quella obbligazionaria. Hanno accesso al credito bancario e obbligazionario le imprese in condizioni economiche equilibrate, mentre si riducono i prestiti alle micro-imprese e alle aziende più fragili, spesso respinte dagli intermediari. Diminuiscono le insolvenze con un tasso di deterioramento dei prestiti bancari al 3,6% e si riducono i fallimenti nel 2016.


Le banche

Stanno beneficiando della ripresa economica, che ha riportato i tassi di insolvenza di famiglie e imprese a livelli prossimi a quelli antecedenti la crisi e la posizione patrimoniale del sistema bancario è stabile. Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno chiesto al Governo di avvalersi dello strumento della ricapitalizzazione precauzionale, il cui utilizzo è subordinato all'assenso preventivo della Banca centrale europea (BCE) e della Commissione europea.

Il sistema rimane, comunque, esposto a rischi rilevanti per l'elevata incertezza in Italia e in Europa che potrebbe aumentare l'avversione al rischio degli investitori e rendere più difficile e oneroso l'accesso al mercato dei capitali, seppur sono in via di definizione i piani di rafforzamento patrimoniale delle banche che hanno richiesto l'intervento del Governo.

La domanda di nuovi finanziamenti da parte delle imprese è molto bassa e le politiche di offerta delle banche restano caute, mentre aumentato i prestiti per le famiglie, complessivamente poco indebitate e per le imprese con elevato merito creditizio.

Scendono i crediti deteriorati, anche, per effetto delle cessioni delle sofferenze, con la raccomandazione della BCE di dotarsi di strategie per la gestione di tali crediti, anche, tramite la costituzione di unità di gestione interne, separate e specializzate e/o ricorrendo a società di gestione esterne e/o vendendo portafogli. I prezzi di cessione dei crediti non dovrebbero attestarsi, però, troppo al di sotto del loro valore di bilancio onde evitare negativi effetti sull'offerta di credito e implicare un aumento dei requisiti patrimoniali.

La banche acquistano meno titoli pubblici (- 36 miliardi di euro) e diminuisce la loro raccolta di obbligazioni (soggette al bail-in) presso le famiglie, ma aumentano i depositi. Riducendosi la provvista obbligazionaria, gli intermediari dovranno aumentare la raccolta all'ingrosso (es.: indebitamento sul mercato interbancario, emissione di obbligazioni per investitori istituzionali) per rispettare i requisiti minimi di fondi propri e passività soggette a bail-in.

La liquidità del sistema è complessivamente buona e il rischio di un aumento dei tassi di interesse delle banche italiane è, sostanzialmente, bassa. Gli utili, al contrario, per effetto delle rettifiche dei crediti deteriorati hanno comportato un rendimento del capitale e delle riserve (ROE return on equity), al netto delle svalutazioni sugli avviamenti, pari a -5,7% (nel 2015, 3,1%), salvo in alcuni casi.

Le assicurazioni e il risparmio gestito


La situazione patrimoniale delle imprese di assicurazione é solida con un indice di solvibilità al di sopra del livello minimo regolamentare e un aumento dei tassi di mercato migliorerebbe i rendimenti degli investimenti delle compagnie operanti nel comparto vita, sostenendone la redditività. Nel risparmio gestito aumenta la raccolta dei fondi comuni aperti e il rischio di elevate richieste di rimborso/disinvestimenti dei portafogli è contenuto, anche, a seguito di un quadro regolamentare che prevede norme volte a contenere tale rischio.

I fondi immobiliari per gli investitori al dettaglio è stata, in media, fortemente negativa a seguito delle svalutazioni connesse con valori di realizzo degli attivi inferiori alle attese.

Assibot

Foto: 123rf.com
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