Nota di commento alla sentenza del Consiglio di Stato n. 647 del 14.02.2017
Avv. Francesco Pandolfi - Con la sentenza in commento (n. 647/2017), il Consiglio di Stato ci porta a riflettere su una questione dibattuta, complessa e articolata: ossia quella dei "veri" presupposti per il rinnovo della licenza per il porto di arma corta ad uso difesa personale.

Presupposti per il rinnovo della licenza per il porto di arma corta ad uso difesa personale


Esaminiamo insieme i passaggi più importanti di questa recente pronuncia.

Non prima però di aver segnalato che il Magistrato ha posto al centro del proprio ragionamento il senso che l'Ordinamento assegna al porto dell'arma per l'uso in questione: si tratta, per principio, di "eccezione alla regola".

In altri termini, siamo in presenza di provvedimenti autorizzativi di carattere eccezionale.

Fino ad oggi, 29.04.2017 (e fino a quando non cambierà la legge in senso evolutivo, raccogliendo le pressanti istanze sociali sull'uso privato dell'arma con finalità preventiva e difensiva), lo Stato italiano si fa carico della difesa, mentre il privato solo eccezionalmente può farsi carico di tale attività difensiva armata.

Come si vede, i valori in gioco sono quelli della protezione dell'incolumità e della sicurezza pubblica.

Detto questo, il C.d.S. ritiene nel caso specifico che il requisito del "dimostrato bisogno" sia un concetto non immutabile, ma variabile: in sede di rinnovo il requisito viene valutato in rapporto alle circostanze oggettive, fattuali, o del contesto ambientale che nel frattempo siano eventualmente sopravvenute.

Valutazione caso per caso

Ecco quindi che l'autodifesa del cittadino con armi può essere giustificata "caso per caso".

I fattori da considerare volta per volta sono quindi:

a) il contesto locale generale,

b) il livello di sicurezza del territorio in generale,


c) l'impatto delle Forze dell'Ordine sul territorio,

d) l'esposizione a concreti ed attuali pericoli per l'incolumità.

A fronte di questi presupposti, è chiaro che il variare di uno o più parametri comporta (con la Legge attuale) il cambiamento di valutazione discrezionale dell'Autorità.

Tanto per fare un esempio, se in passato la licenza è stata concessa al privato può accadere che, ridotti i fattori di rischio ambientale e territoriale per il positivo e persistente intervento delle Forze dell'Ordine, essa può essere negata.

Seguendo il ragionamento del Consiglio, vale anche il contrario: la licenza già più volte concessa in passato può essere di nuovo concessa se quei fattori di rischio sono aumentati, in assenza di positivo impatto delle Forze dell'Ordine.

Ma questo è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare su questo delicato e cruciale passaggio.

In pratica:

Tutto continua a ruotare attorno alla persistenza del dimostrato bisogno.

Quando c'è il rigetto dell'istanza di rinnovo, in sede di ricorso bisogna quindi andare a cercare le "falle valutative" del Prefetto, appurando che non c'è stata un'attuale, concreta e motivata valutazione di ogni fattore necessario perché la licenza possa essere rilasciata.

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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