Il ministro dell'interno ha annunciato nell'incontro di oggi a Reggio Calabria un'accelerazione del ddl di modifica dell'Agenzia per i beni confiscati
di Gabriella Lax - Dalla confisca come misura di prevenzione alla legalità percepibile e quindi alle riassegnazione per finalità sociali. Questo il percorso che porta a nuova vita i beni confiscati alle mafie, grazie al lavoro dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC). 

L'agenzia, con sede a Reggio Calabria ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è sottoposta alla vigilanza del Ministero dell'Interno. Ed è stato proprio il ministro Marco Minniti, stamattina nella sala della Prefettura di Reggio Calabria, a chiedere un'accelerazione dei piani sulle modifiche dell'Agenzia stessa. «In questo momento abbiamo in discussione al Senato un provvedimento di legge teso a modificare, riformare, innovare e migliorare l'Agenzia per i beni confiscati. Naturalmente il Parlamento avrà l'ultima parola su questa cosa tuttavia ci permettiamo di chiedere che si possa arrivare il più rapidamente possibile alla conclusione dell'iter parlamentare che completa in maniera significativa il lavoro svolto in questi mesi ed in questi anni» ha evidenziato Minniti. 

Il discorso è stato fatto in occasione della consegna di 92 unità immobiliari confiscate di cui: 67 al comune di Reggio Calabria, 3 alla Regione Calabria, 22 all'agenzia

del demanio. «Oggi si compie la conclusione di un discorso virtuoso - afferma il ministro - moltiplicare per dieci il quantitativo di beni consegnati non era di certo facile, soprattutto su questi temi diventa un obiettivo al limite dell'impossibile. Tutto questo è dovuto al lavoro di ammodernamento che è stato fatto, al programma informatico particolare funzionante. Il tema dell'assegnazione dei beni confiscati alla 'ndrangheta è la chiusura di un piano impegnativo che vede insieme il lavoro di più forze, da quelle di polizia, alla magistratura e, di seguito, l'Agenzia. Ritengo il tema del sequestro dei beni e della confisca successiva un elemento cruciale nella lotta contro le mafie. La 'ndrangheta si è impossessata con la violenza di risorse pubbliche per piegarle a fini privati, lo Stato interviene, prende le risorse e le riutilizza pubblicamente. Una parte di questi beni sono di edilizia abitativa - chiude Minniti - l'idea che dentro una casa della 'ndrangheta, un domani ci possano stare le famiglie dei dipendenti delle forze di polizia, a mio avviso costituisce un segnale assolutamente straordinario». 

L'Agenzia, ricordiamo, è stata istituita con decreto legge 4 del 4 febbraio 2010, n. 4, convertito in legge 31 marzo 2010, n. 50. Successivamente la disciplina è confluita nel Codice delle leggi antimafia (d.lgs 6 settembre 2011 n. 159). Essa è sottoposta al controllo della Corte dei Conti (articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n. 20).


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