Nota di commento alla sentenza del Tar Brescia n. 5 del 3 gennaio 2017

Avv. Francesco Pandolfi - La Prefettura revoca la licenza di porto d'armi per difesa personale rilasciata all'interessato per svolgere le mansioni di guardia particolare giurata.

Non solo.

Gli viene fatto divieto di continuare a detenere qualsiasi arma, munizione o materia esplodente; inoltre gli viene ingiunto di venderle o cederle a persona non convivente entro 150 giorni dalla notifica del provvedimento.

Indubbiamente una posizione problematica, rispetto alla quale egli propone ricorso al Tar.

Ma, lo abbiamo ripetuto tante volte, prevenire è meglio che curare ed è per questo che il primo immediato suggerimento, in base all'osservazione di questo caso, è quello di proporre ricorso quando si hanno probabilità non scarse di successo (ovviamente calcolabili con l'aiuto del proprio avvocato).

L'utilità della sentenza

Sotto un altro profilo, la pronuncia è utile nel suo contenuto perché consente di ricavare, ragionando a contrario, le regole di base per evitare di essere destinatari di un provvedimento amministrativo di questo tipo.

Si perché il convincimento negativo dell'amministrazione si consolida nel momento in cui viene percepita la condotta che tende all'abuso della licenza di polizia.

E' questo, e solo questo, che bisogna prevenire e/o accuratamente evitare: che l'amministrazione si convinca dell'inaffidabilità.

Il caso

Accade che la persona interessata litiga con la sua convivente: ne scaturisce uno scontro a seguito del quale i protagonisti riportano lesioni.

Il ricorrente, dal canto suo, dichiara di aver profferito solo offese verbali, di aver contattato il 113 e sostiene che la compagna si sarebbe procurato le lesioni da sola. La donna riferisce una versione discordante.

L'uomo fa leva sulla sua posizione di incensurato, conferma che si è trattato di un episodio isolato, insiste sul fatto che manca una vera istruttoria dell'amministrazione per far si che il porto d'armi possa essere ragionevolmente tolto.

Cosa non fare

Il Tar la pensa però diversamente. Dall'iter della causa possiamo pertanto ricavare i seguenti criteri orientativi, utili in casi analoghi per prevenire la revoca della licenza:

1) non perdere il proprio autocontrollo,

2) evitare discussioni accese, dove è imminente o prevedibile uno scontro,

3) gestire con diligenza la custodia dell'arma, sia rispetto al luogo dove essa si trova sia per le sue condizioni (nel caso in osservazione era montata e con il caricatore inserito): in buona sostanza porre in essere tutte quelle misure per consentire il proprio esclusivo utilizzo dell'arma, evitando accuratamente che l'arma possa essere presa ed usata da terzi,

4) nel caso specifico poi della "guardia giurata", avere a maggior ragione una particolare cura della propria "affidabilità", proprio in relazione all'attività che si svolge (caratterizzata dall'uso dell'arma).

Altre informazioni su questo argomento?

Contatta l'avv. Francesco Pandolfi

utenza mobile 3286090590

mail: francesco.pandolfi66@gmail.com

Francesco Pandolfi
E-mail: francesco.pandolfi66@gmail.com - Tel: 328.6090590
Recapiti: Via Giacomo Matteotti 147, 4015 Priverno LT
Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
Altre informazioni su questo argomento? Richiedi una consulenza all'Avv. Pandolfi

Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: