Lo dice la Cassazione francese

di Gabriella Lax - Essere "amici" su Facebook non equivale ad essere amici nella realtà. A stabilirlo una sentenza della Cassazione francese che si è trovata a decidere sul caso di un avvocato che, dopo essere stato sanzionato dal proprio consiglio dell'ordine, ha contestato la procedura disciplinare sostenendo che alcuni membri dell'ente, implicati nel dossier che aveva scatenato la denuncia, erano "amici su Facebook", da qui l'impossibilità di essere obiettivi o comunque la possibilità di favorire degli amici. Ma per i giudici francesi «Il social è solo un mezzo di comunicazione tra due persone» che non significa siano amiche «nel senso tradizionale del termine». Più precisamente la decisione della Cassazione francese si trova in linea con la precedente sentenza della Corte d'appello che aveva stabilito che «essere in contatto sui social non rimanda a relazioni d'amicizia intese nel senso tradizionale del termine» e che «l'esistenza di contatti sul web non è sufficiente a caratterizzare una particolare parzialità». Ma la decisione della Cassazione dice molto di più, aggiungendo che «il social network è semplicemente un mezzo di comunicazione specifico tra due persone che condividono lo stesso centro di interessi, e in particolare la stessa professione». 

Tuttavia, come sottolineano il quotidiano "Le monde" commentando la sentenza, l'amicizia (virtuale) più grande del mondo anche nell'era di internet non può certo considerarsi «una relazione del tutto neutra dato che serve l'accordo di entrambe le persone per venire suggellata: un dettaglio che non ribalta la sentenza della Cassazione ma che suggerisce ci possano essere eccezioni al verdetto». Basta pensare ai casi di persone sospettate di terrorismo. E non solo. I social network sono utilizzati infatti dall'intelligence, dalle forze dell'ordine e anche dai tribunali non soltanto per cercare prove di legami pericolosi ma sempre più spesso quali elementi probatori delle questioni più svariate (leggi, in merito, ad esempio, "Avvocati: Gassani, le prove dei tradimenti ora si trovano su Facebook").  

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Foto: 123rf.com
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