A sollevare il problema della celebrazione dei processi con i detenuti accalcati nelle gabbie sono gli avvocati della camera penale di Milano

di Marina Crisafi - Basta con le gabbie per i detenuti nei tribunali. È questa la richiesta degli avvocati della camera penale di Milano in un documento in cui si chiede di affrontare il problema e di rimuovere, in sostanza, le gabbie attraverso le cui sbarre i detenuti, accalcati, assistono alla celebrazione dei processi. "Tutto ciò, oltre a essere contrario a un principio generale di dignità, ostacola in modo significativo una effettiva partecipazione consapevole dell'imputato al proprio processo" sostengono i legali nel documento che prende spunto dalla presentazione avvenuta nei giorni scorsi, proprio nell'aula magna del palazzo di giustizia meneghino, del libro del penalista Amodio "Estetica della giustizia penale".

Nel corso dei lavori dedicati all'opera, che si scaglia anche contro la spettacolarizzazione dei processi nei talk show, è emerso il tema della "bruttura" delle gabbie nelle aule di giustizia con una esortazione, da parte dei relatori, nei confronti di magistrati e avvocati alla mobilitazione per la loro eliminazione.

Il tema, si ricorda nel documento dei legali milanesi, era già emerso qualche anno fa, "quando, in occasione dell'inizio del processo Ruby, l'allora Presidente del Tribunale, Livia Pomodoro, fece coprire con tendoni bianchi le ampie gabbie dell'aula cosiddetta Calabresi". Allora, la camera penale, si legge nel documento, commentò la decisione evidenziando "che il meccanismo di rimozione visiva metteva ancor più in risalto le modalità ordinarie di celebrazione dei processi con detenuti".

Tutto ciò quindi sottolineano i legali "deve essere cambiato", esigendo l'applicazione delle norme che prevedono che "l'imputato sia tradotto in udienza senza i cosiddetti 'ferri', che durante il proprio processo non sia ristretto e che, invece, sieda di fianco al proprio avvocato". Norme che "esprimono la civiltà del nostro sistema processuale" e che vanno applicati da parte di tutti i soggetti processuali, magistrati in primis. Finchè queste "gabbie ideali non saranno rimosse - concludono gli avvocati - a poco servirà la sostituzione delle sbarre con lastre di vetro".


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