Lo prevede la proposta di legge che modifica l'art. 348 del codice penale all'esame della commissione giustizia alla Camera

di Marina Crisafi - Giro di vite sull'attuale disciplina dell'esercizio abusivo della professione, con un aumento della pena oggi prevista dall'art. 348 del codice penale. È questo il contenuto principale della proposta di legge che, a quasi due anni dall'approvazione al Senato, è stata "riesumata" alla Camera e sarà all'esame della commissione Giustizia a partire dalla prossima settimana.

La pdl (n. 2281, qui sotto allegata), che detta "disposizioni in materia di esercizio abusivo di una professione e di obblighi professionali", rappresenta un provvedimento atteso da decenni dalle categorie dei professionisti al fine di scongiurare la pratica dell'abusivismo, da parte di coloro che esercitano senza titolo idoneo o senza essere iscritti all'apposito albo.

A tal fine, il testo mira a sanzionare più severamente il reato di cui all'art. 348 c.p., commesso da "chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato", attualmente punito con la reclusione fino a 6 mesi o con la multa da 103 a 516 euro, con il carcere fino a due anni e con la multa da 10mila a 50mila euro. La condanna inoltre comporterà la confisca delle attrezzature degli strumenti utilizzati.

Ma non solo. Ad essere oggetto di modifica, da parte della pdl, con sanzioni più severe e ad hoc per gli abusivi saranno anche gli artt. 589 e 590 del codice penale, nonché gli artt. 123 e 141 del Testo unico delle leggi sanitarie (r.d. n. 1265/1934) e, infine, l'art. 8 comma 2 della l. n. 39/1989.

Il testo della pdl sull'esercizio abusivo della professione

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