L'organismo degli avvocati denuncia la trappola per i consumatori inserita negli emendamenti al ddl Concorrenza

di Marina Crisafi - Testimoni indicati immediatamente dal danneggiato o addio alla possibilità di individuarli in seguito. È questa una delle novità, oltre agli sconti "significativi" affidati alle compagnie a pena di sanzioni (leggi:"Rc auto: arriva la lista nera dei sinistri"), inserite nell'ultimo pacchetto di emendamenti al Ddl Concorrenza all'esame della Commissione Industria del Senato. Una novità che ha scatenato la reazione immediata da parte dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura, secondo il quale il giro di vite sui testi, finalizzato a ridurre le truffe nell'RC Auto, realizza, di fatto, un vero e proprio "colpo di mano a danno dei cittadini sui sinistri stradali".

Nonostante l'appello lanciato nei giorni scorsi, si legge infatti nel comunicato dell'Oua, a firma del presidente Mirella Casiello, e dei coordinatore e segretario della commissione responsabilità, Angelo Massimo Perrini e Marco Montozzi, "nella seduta dell'8 marzo 2016 - sono - stati approvati in X Commissione al Senato due emendamenti che stravolgono i principi del processo civile, creando un curioso rito assicurativo, cadenzato da preclusioni incostituzionali a carico dei danneggiati che intendono agire in giudizio nei confronti delle imprese assicurative".

Una norma che si rivela una trappola per i danneggiati perché prevede che se l'assicurato, "privo di informazioni specifiche e di assistenza tecnica", in sede di denuncia di sinistro, "fatta magari telefonicamente a qualche call center delocalizzato piuttosto che davanti a personale amministrativo di agenzia" non provvede ad indicare "eventuali testimoni sul luogo di accadimento dell'incidente" sarà decaduto dal diritto previsto dal codice di procedura civile di indicare i testimoni nei termini di legge.

Si tratta chiaramente di norma "stravagante e anticostituzionale" sostengono dall'Oua, giacchè realizza una preclusione ante causam che limita una sola delle parti, "contraria al codice di procedura civile ed alle più generali norme di rango costituzionale che tutelano il giusto processo".

Ma non solo.

Ad essere criticato dagli avvocati è anche l'emendamento che stravolge l'art. 148 del Codice delle Assicurazioni, introducendo una "inedita improcedibilità della domanda per 'sospetto' di frode" affidata alle valutazioni discrezionali dell'assicuratore. In altre parole, viene dato ad una parte privata, senza rilievo pubblicistico, il potere di impedire al danneggiato di fare causa entro sessanta giorni, abolendo il controllo dell'autorità (l'Ivass), e impedendo così "l'esercizio di una facoltà costituzionalmente garantita, favorendo atteggiamenti dilatori".

L'invito, pertanto, rivolto alle componenti istituzionali, alla magistratura e ai senatori, è quello di impedire l'approvazione del testo di legge che, nell'attuale veste, "creerebbe un insanabile vulnus al già delicato equilibrio del processo civile".


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