La misura è contenuta nel c.d. Jobs Act dei lavoratori autonomi che "diventa" una proposta alla Camera

di Marina Crisafi - La polizza crediti che tuteli avvocati e professionisti dai clienti che non pagano è arrivata all'esame del Parlamento. La misura è contenuta, infatti, nel c.d. Jobs Act degli autonomi che da disegno di legge governativo, pronto per arrivare entro fine mese sul tavolo dell'esecutivo, si è trasformato in una proposta di legge incardinata in questi giorni presso le commissioni lavoro e attività produttive della Camera (a.c. 3364 qui sotto allegata).

Diversamente da quanto previsto nel testo originario, non sono più contemplate le disposizioni sul "lavoro agile", ma, per il resto, è stato mantenuto l'impianto iniziale con misure diverse destinate ad estendere le tutele spettanti ai lavoratori autonomi e a dettare una disciplina specifica per il settore.

A tal fine, tra i 14 articoli che compongono il collegato nelle mani del parlamento, si dà spazio a interventi per la tutela della salute e della genitorialità (come la sospensione del versamento dei contributi previdenziali durante le malattie gravi; l'indennità di maternità erogabile anche senza astenersi dal lavoro; ecc.), alla deducibilità del 100% delle spese sostenute per la formazione e l'aggiornamento, al fine di migliorare le competenze dei lavoratori senza intaccare i redditi, alla possibilità per autonomi e professionisti di accedere ai bandi pubblici indetti dalle amministrazioni senza dover essere iscritti alla Camera di Commercio o essere parte di una società, all'abbassamento dell'aliquota contributiva Inps per gli iscritti alla gestione separata, all'istituzione di uno sportello per autonomi sul mercato del lavoro (leggi: "Avvocati e professionisti: cosa prevede lo statuto del lavoro autonomo").

Quanto alla copertura assicurativa, la proposta apre alla possibilità di sottoscrivere una polizza per garantirsi dall'insolvenza dei clienti, con la facoltà di portare i premi in detrazione e ammortizzare i costi della stessa, incentivandone così l'accesso anche ai professionisti alle prime armi.

In particolare, ai fini della tutela contro i ritardi nel pagamento, il testo mira ad estendere anche alle transazioni commerciali tra imprese e lavoratori autonomi o tra lavoratori autonomi, le disposizioni del d.lgs. n. 231/2002 (recante attuazione della direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali), con il fine, si legge nella relazione alla pdl "di rispondere alle criticità emerse con particolare evidenza, per effetto della crisi economica, nei confronti dei soggetti più deboli sul piano finanziario e amministrativo".

Previsto anche un giro di vite alle clausole vessatorie a danni dei professionisti, come ad esempio, la rescissione unilaterale e senza preavviso dai contratti e i patti che dispongono termini di pagamento superiori a 60 giorni da parte dei committenti.

Un percorso "ambizioso", in definitiva, quello che la proposta si appresta a intraprendere in Parlamento, ma con tempi per nulla certi.

La proposta di legge in Parlamento sul lavoro autonomo

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