Il risarcimento a carico della compagnia aerea scatta per non aver consentito al passeggero di trascorrere le festività in famiglia, ma nulla spetta per la veglia perduta
di Valeria Zeppilli - "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi": non è solo un detto, ma un "diritto" da garantire! 

Gli aeroporti in questi giorni sono affollati di persone che non vedono l'ora di tornare nelle loro case e riabbracciare i propri cari.

La magia del Natale, infatti, arresta la frenesia del vivere quotidiano e fa riscoprire il piacere di stare in famiglia.

Ma se questo piacere ci viene strappato? Una magra consolazione c'è: il danno subito è risarcibile.

Con la sentenza numero 571/2012, il Giudice di pace di Cagliari ha infatti condannato una compagnia aerea a risarcire il danno esistenziale subito da un suo passeggero che, a causa di un ritardo nel decollo del volo, non è riuscito a passare il Natale in famiglia. Essendo stato privato del piacere di trascorrere un'importante serata secondo le tradizioni, l'uomo deve essere ristorato.

Il passeggero è stato rimborsato anche dei soldi spesi per sostituire il tanto atteso cenone: due "tristi" panini comprati in aeroporto.

Per la messa perduta, però, non vi è nulla da fare: nonostante l'uomo asserisse di essere un fervente cattolico, la domanda di risarcimento per non aver potuto partecipare alla funzione della notte di Natale non è stata accolta dal giudicante. 

Il Giudice di pace, infatti, ha ritenuto che il disguido aereo non può ritenersi tale da comportare addirittura una compressione della libertà religiosa, come invece richiesto dall'attore.

Valeria Zeppilli

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