L'associazione consumatori chiede l'abolizione del canone e scrive alle massime autorità dello Stato

di Marina Crisafi - Sono oltre 47mila le firme raccolte per la petizione che chiede l'abolizione del canone Rai, lanciata da Altroconsumo sul proprio sito (qui il link).

Il "la" alla richiesta è stato senz'altro offerto dalla previsione contenuta nella legge di stabilità 2016 che contempla la riscossione del tributo pari a 100 euro nel 2016 tramite la bolletta della luce, che, a detta dell'associazione dei consumatori, presenta diverse criticità.

La prima, secondo quanto indicato da Altroconsumo, tra i motivi della petizione, è quella della "presunzione" di possesso della tv, da parte dell'intestatario della bolletta elettrica, facendo gravare sullo stesso l'onere di provare al fisco di non possedere alcun apparecchio, mediante autocertificazione.

Altrettanto discutibile è la gran confusione che l'introduzione della tassa in bolletta genererà quasi certamente: "si finirebbe per non sapere più quanto effettivamente si paga per l'energia elettrica e per il cittadino sarebbe difficile orientarsi" si afferma, infatti.

Nella bolletta dell'energia, inoltre, sono già presenti diversi oneri fiscali "ed è impensabile - scrive l'associazione - che lo Stato inizi a utilizzarla per fare cassa".

Senza contare il meccanismo di rateizzazione su 10 rate, in bollette, tradizionalmente, bimestrali, che porterà il caos più totale.

Per tutti questi motivi, l'associazione e gli oltre 47mila firmatari della petizione chiedono l'abolizione del canone Rai e propongono "un pacchetto di riforme strutturali serio e sostenibile" che passa dai seguenti interventi: - mantenimento di un solo canale di servizio pubblico, indipendente e senza pubblicità, con informazioni di qualità; - privatizzazione degli altri canali Rai che consentirà allo Stato di fare cassa; - possibilità di fissare obblighi di servizio pubblico a carico delle altre reti private per l'uso delle frequenze; - abolizione della Commissione parlamentare di vigilanza Rai; - potenziamento dell'antitrust e riforma dell'Agcom, "a garanzia di una corretta ed efficiente concorrenza che produca benefici per i consumatori".

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