Le misure adottate dall'Italia e dall'Europa in conseguenza del dopo Parigi prevedono il controllo del web e la schedatura di tutti i passeggeri

di Marina Crisafi - I fatti di Parigi del 13 novembre scorso hanno scatenato, come c'era da attendersi, oltre alle manifestazioni di sdegno e solidarietà, una lunga ondata di terrore che si ripercuote sulle vite di tutti.

Le decisioni e le strategie adottate, gli attacchi in nome della difesa preventiva dal nuovo (o vecchio) nemico, l'aumento del traffico di armi verso i paesi in guerra e la demarcazione di frontiere che sembravano ormai un ricordo, non riguardano soltanto i governi o la popolazione francese, ma la vita di tutti gli europei, italiani compresi.

In nome di quest'atmosfera di paura e di terrore, non si alimentano soltanto i focolai di odio e razzismo verso l'altro (già accesi con le recenti incontenibili ondate migratorie), dando luogo ad episodi e vicende, già di per sé aberranti, ma si insinuano misure che condurranno, nostro malgrado, ad una limitazione della libertà, delle scelte, del vivere quotidiano.

E se è ormai da settimane che il primo riflesso di quanto è avvenuto in Francia ha comportato code e disagi negli aeroporti per tutti i viaggiatori in entrata e in uscita, per lavoro o per piacere, in virtù degli aumenti dei controlli, le contromisure avverso i presunti attacchi e le minacce terroristiche non finiscono certo qui.

Di oggi è la notizia, annunciata dal ministro dell'Interno, Alfano, della chiusura di oltre 800 luoghi di culto musulmano in Italia, considerati abusivi e irregolari. Adottata con la ratio di far sì che "il culto avvenga in luoghi che siano in regola", frenando il fenomeno delle c.d. "moschee in garage" e non certo per "impedire il culto" come ha precisato il ministro, di fatto non si tratta di una limitazione da poco.

Ma il peggio deve ancora arrivare. E direttamente dall'Europa. È pronto infatti , come riportato oggi da Repubblica, il "piano sicurezza" dell'Ue che prevede di mettere il web sotto controllo e di schedare tutti i passeggeri.

Cinque i punti strategici del piano operativo che Bruxelles in queste ore sta definendo nei dettagli.

Due misure riguardano il traffico di armi per il quale si prevede una procedura unica (estesa a tutti i paesi) per la disattivazione delle armi da fuoco. Una terza misura riguarda la possibilità (come fece già l'Onu all'indomani dell'11 settembre) di "congelare" i beni dei terroristi, sulla base di un protocollo analogo a quello delle misure di prevenzione per i mafiosi.

Ma sono gli ultimi due punti a far tremare un po' tutti.

Il piano operativo prevede infatti che entro la fine dell'anno tutti i passeggeri vengano schedati.

Per bloccare i "foreign fighters", saranno censiti tutti coloro che si muoveranno in entrata e in uscita dall'Unione Europea, e i dati di ogni passeggero saranno conservati e messi a disposizione delle forze dell'ordine.

Il tutto entro la fine dell'anno, al più tardi entro i primi mesi del 2016.

Ed entro tale termine, arriverà infine anche il controllo del web.

Tutti i contenuti online saranno monitorati periodicamente e se ritenuti pericolosi verranno censurati e rimossi.

Con il fine di fermare la propaganda del terrore, saranno intercettate (e rese accessibili agli investigatori) le comunicazioni sui social, le chat in genere e persino videogiochi e playstation, perché si ritiene che i terroristi comunichino anche attraverso le piattaforme "non convenzionali" delle consolle.

E in queste ore gli esperti Ue stanno mettendo a punto un protocollo (l'European Union IT form) tra i ministri europei e i colossi del web (Facebook, Twitter, Microsoft, Apple) per costituire la "piattaforma centrale europea". I dati raccolti sul web verranno poi inseriti nelle banche dati del Counter Terrorism Center all'Aia, nei cui server confluiranno anche i dati dei viaggiatori "schedati", cui verrà attribuito un codice numerico (Il Passenger Name Record), associato in base al biglietto aereo acquistato, contenente tutti i dettagli del viaggio e quelli personali!

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