Sentenza pioniera in materia. Per la Cei "limita la libertà"

di Marina Crisafi - Le scuole religiose non possono godere dell'esenzione e devono pagare l'Ici. Lo ha stabilito la Cassazione con una sentenza "pioniera" in materia e già da molti definita "storica" che ha scatenato le ire di tutto il mondo cattolico e non solo.

Ma veniamo ai contenuti.

La sentenza ha dato ragione al comune di Livorno che, nel 2010, aveva inviato avvisi di accertamento per omessi dichiarazione e pagamento dell'Imposta Comunale sugli immobili per gli anni dal 2004 al 2009 nei confronti di due scuole paritarie livornesi. I due istituti l'avevano spuntata sia in primo che in secondo grado, ma non si salvano dalla Cassazione.

Per la quinta sezione civile, infatti, la legge parla chiaro, l'esenzione spetta soltanto agli immobili "destinati in via esclusiva allo svolgimento di una delle attività di religione e di culto - e in queste non rientra - l'esercizio di attività sanitarie, ricettive o didattiche" a meno che non sia dimostrato che le stesse "siano svolte con modalità non commerciali".

Valida quindi la tesi del comune, secondo il quale, trattandosi di scuole paritarie, i cui utenti pagano un corrispettivo per la frequenza, si tratta di attività a carattere commerciale, mentre non regge quella del servizio offerto o della gestione in perdita. Per la corte infatti la questione è priva di fondamento perché "anche un imprenditore può operare in perdita".

In definitiva, dunque, ricorso accolto.

Ed anche se riguarda due soli istituti, a sentirsi "minacciato" dalla pronuncia della S.C. è tutto il sistema delle scuole paritarie (oltre 13.000 di cui il 63% cattoliche, come riportato da La Stampa).

E le reazioni non mancano né da parte del mondo cattolico né da parte delle istituzioni.

Per il presidente della Fidae (Federazione Istituti di attività educative), don Francesco Macrì, la sentenza "lascia interdetti" visto che le scuole paritarie "allo Stato costano quasi nulla, pur garantendo un servizio equiparabile a quello statale" e il rischio è la chiusura, non potendo reggere l'impatto fiscale con i conti costantemente in rosso.

Dello stesso tenore, il commento del sottosegretario all'istruzione, Gabriele Toccafondi (Ncd) che prevede aumenti di rette o, peggio, chiusura e invoca all'equità: visto che le scuole pubbliche statali non pagano l'Imu (di cui l'Ici è parte integrante), lo stesso "valga anche per le scuole pubbliche non statali".

Più dura la Cei che per bocca del segretario generale, monsignor Nunzio Galantino, parla di sentenza "pericolosa" che "limita la libertà" e invita "chi prende decisioni a farlo con meno ideologia".

A favore delle scuole, arriva anche l'intervento della regione Lombardia, dove le paritarie rappresentano una consolidata realtà del sistema scolastico, che, come riportato dal Corriere.it, si dichiara pronta ad intervenire con "provvedimenti ad hoc" per scongiurare l'impatto della sentenza e il rischio chiusura.



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