di Paolo M. Storani - Sostiene Mina, affezionata lettrice di Studio Cataldi, che "se ogni politico si mettesse nei panni di un malato terminale, approverebbe la legge" sull'eutanasia.
La fotina che ho voluto affiancare a questa notizia è una metafora, quella di un incarcerato che tenta di divaricare le sbarre della prigione in cui insopportabilmente si trova.
E così Mina Welby, prima firmataria, e gli altri promotori della legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia hanno raggiunto 66.200 firme raccolte e le hanno depositate presso la Camera dei Deputati, in fila indiana ognuno con uno scatolone.
Il corteo ha preso il via dalla sede storica di Via di Torre Argentina e la cara Mina era molto commossa per il risultato raggiunto: "Noi non vogliamo la morte di qualcuno ma soltanto una morte dignitosa. Vorrei non sentire più parlare di cittadini italiani obbligati ad andare all'estero per morire come vogliono" queste le sue dichiarazioni del momento.
Hanno aderito all'iniziativa dell'Associazione Luca Coscioni/Radicali Exit Italia, Uaar, Amici di Eleonora onlus e Associazione Radicali Certi Diritti.
In Piazza Montecitorio Marco Cappato, tesoriere e figura di riferimento dell'Associazione Luca Coscioni, presente anche il segretario Filomena Gallo, ha sottolineato che "questo è soltanto il primo passo, importantissimo al quale dovrà però seguire una vera e propria mobilitazione affinché questa proposta di legge non marcisca nei cassetti del Parlamento".
Entrambi hanno sottolineato che la Presidente della Camera Laura Boldrini non ha trovato modo di inserire in agenda l'incontro che pure le era stato richiesto da una decina di giorni (istanza avanzata anche al Presidente del Senato Piero Grasso).
Con ciò, stando al resoconto dei dirigenti radicali, costei ha perduto un'importante occasione per dare una segnale di discontinuità con il passato di proposte di legge d'iniziativa popolare dimenticate negli scantinati.
Va ricordato che secondo la Convenzione di Oviedo "i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento non è in grado di esprimere la sua volontà, saranno tenuti in considerazione" (art. 9).
Studio Cataldi aveva già parlato di testamento biologico e di eutanasia sia nel bel pezzo di Barbara LG Sordi pubblicato il 10 giugno all'interno della puntata n. 42 della rubrica Lex & the City, sia nell'articolo di Carlo Troilo che inserii nella mia rubrica Diritti e Parole del 3 gennaio 2012.
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