In caso di invalidità civile al 100% di uno dei due coniugi, è il reddito coniugale e non quello individuale a far fede per il diritto agli assegni pensionistici. Questo è stato il parere del sostituto procuratore generale, Gianfranco Servello, nel corso di un'udienza a porte chiuse nella sezione lavoro della Cassazione che ha visto contrapposti l'Inps e diversi cittadini.

Un punto a favore, quindi, per l'istituto pensionistico, che a partire da quest'anno aveva deciso di prendere in considerazione il reddito complessivo dei due coniugi come parametro principale per stabilire le pensioni di invalidità, ma che era tornata sui suoi passi a seguito delle polemiche avute con diversi cittadini portatori di handicap.

La decisione definitiva della Suprema Corte sarà resa pubblica entro forse un mese. Non sarà semplice pervenire ad una soluzione, poiché nel corso degli anni la Cassazione ha affrontato in diverse occasioni casi analoghi, stabilendo a volte che a far fede debba essere il reddito personale (18825/2008, 7259/2009, 20426/2010), mentre altre volte quello dei coniugi (16311/2002, 13261/2007, 4677/2011), e proprio a questi ultimi casi ha fatto riferimento il pg Servello per motivare il suo parere.

In caso di decisione a favore dell'Inps, molte pensioni e assegni di invalidità sarebbero a rischio o subirebbero ritocchi, in particolar modo quelle di decine di migliaia di donne.

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