Carlo CONSIGLIO è stato professore ordinario di zoologia all'Università di Roma sino al 1997. Si diverte, si fa per dire, a smascherare i falsi miti della caccia e ne denuncia tutte le gratuite atrocità. Nel suo bel libriccino "Divieto di caccia", pubblicato nel maggio 2012 con l'Editore Sonda, ricorda quel che scrive un guardiacaccia, Giancarlo FERRON, che lavora sul Monte Pasubio e sulle Piccole Dolomiti vicentine: "quando il capriolo è inseguito dai cani viene aggredito da un terrore che può portarlo alla morte in vari modi. Ho visto con i miei occhi caprioli inseguiti per giorni interi dai segugi, li ho visti passarmi vicino con la schiuma alla bocca, senza più fiato, tremanti e sfiniti, con la bocca spalancata per la fame d'aria. Ma non potevano rallentare perché la muta li incalzava senza sosta. So di bande di uomini, che si definiscono cacciatori, che addirittura hanno due o tre mute di cani, quando una è stanca mettono sulle tracce quella fresca. Ma il capriolo è sempre lo stesso, e a un certo punto non ce la fa più". Un altro giorno FERRON vide un capriolo buttassi giù dalle rocce, suicidandosi piuttosto che subire l'attacco dei segugi. Ora, io ho letto sul magnifico forum dei lettori di Studio Cataldi che il visitatore Marcello vorrebbe abolire la caccia. Io sono totalmente d'accordo.
Non so se l'incidente subito da un cucciolo di capriolo qualche giorno fa in Provincia di Macerata c'entri con la caccia, probabilmente no. Fatto sta che l'ente ha soppresso con l'iniezione letale un piccolo di tre mesi che aveva una lesione ad una zampetta. Finanche un giornalista della Gazzetta dello Sport - bravo bravo bravo!!! - si era interessato al caso e s'era offerto di sopportare il modestissimo costo delle cure, circa cinquanta euro. Ma, nonostante una miriade di telefonate ad ogni ufficio competente, non ha avuto risposta alcuna. Pare che questa sia la regola, immaginate un po'. Io vorrei che il Presidente PETTINARI svolga immediatamente un'inchiesta in proposito per appurare come sono andate realmente le cose. E adotti i conseguenti provvedimenti qualora emergesse la responsabilità di un dipendente dell'ente locale, peraltro, ironia della sorte, come il piccolo ed inerme Bambi, giá soppresso dalla spending review del premier Mario Monti. Senza iniezione letale, però. Ad una provincia che, regola rispettata o regola violata, sopprime un capriolo di tre mesi sol perché ferito ad una zampetta, ben le sta!
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