POSTA e RISPOSTA n. 296 ospita un bel contributo dell'Avv. Gianni SPINAPOLICE sul tema della legittima difesa dell'orefice di Monte Urano giunto il 13 aprile 2012 alle h.21:01 dall'account di posta gianni.spinapolice@gmail.com: "Le fotografie di quella bella ragazza, una figlia, una sorella, l'amica della porta accanto, mi hanno fatto rabbrividire al pari dell'applauso liberatorio tributato al gioielliere ferito trasportato sulla barella, portandomi a riflettere, per l'ennesima volta, su tali orribili vicende che ormai da troppi anni angustiano l'intera società civile. Sebbene faccia effetto apprendere che a morire sia stata una donna e non il solito straniero dell'est, privo di scrupoli, con la faccia cattiva segnata da cicatrici e terribili esperienze vissute durante l'infanzia o l'adolescenza, è profondamente ingiusto valutare in maniera diversa tale triste storia.
Rosa Donzelli, che ha perso la propria giovane vita in una maniera così assurda, seppure con in pugno una pistola giocattolo, era andata con i propri complici a rapinare una gioielleria, ed era pronta a tutto, anche ad infliggere percosse e cagionare lesioni al malcapitato commerciante. L'uso di quei finti strumenti non può né deve alleggerire la posizione di chi si accinga a compiere simili atti, perché in quella circostanza gli stessi sono uguali a quelli veri. La povera Donzelli, che era ben consapevole di ciò che stava facendo e dei rischi conseguenti, ha dovuto sperimentarne le crude conseguenze. Francesco Cifola, di professione gioielliere, sicuramente non avvezzo a risse, colluttazioni e conflitti a fuoco, è stato umiliato nel profondo dell'animo e duramente percosso, ha vissuto il terrore di quegli intramontabili attimi con delle pistole, purtroppo per lui vere, puntate contro, ha temuto per l'incolumità dell'anziano genitore e, nel terrore che attanaglia e priva della capacità di razionalizzare gli eventi, ha sparato appena ne ha avuta la possibilità. Due vittime della stessa brutta storia, la Donzelli, con alle spalle un vissuto privo di regole, nel totale dispregio delle leggi dei diritti degli altri, morta sul campo, a soli trentasei anni, durante una azione criminosa, il povero Cifola, con la vita davanti a sé ormai oscurata dall'indelebile ricordo di quei momenti e dalla consapevolezza di avere, comunque, privato della vita quella donna.
Gli operosi e sgomenti Marchigiani che hanno applaudito sono anch'essi vittime di questa, come di altre analoghe brutte vicende, un tempo totalmente sconosciute in quelle terre dolci e pacifiche. Sono tutti vittime della stessa prismatica storia, ognuna con la sua faccia, ognuna con la propria intima giustificazione, tutte meritevoli di doveroso rispetto. Avv. Gianni Spinapolice Civilista". Io, caro Collega Gianni, non so come ringraziarTi per le Tue parole che reputo uno degli apporti più efficaci al dibattito aperto da Studio Cataldi.
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