Secondo la cassazioneSi deve tenere conto anche di altri fattori. Nella specie vanno considerati i proventi derivanti dalla vendita della casa familiare

È vero che andando in pensione le entrate diminuiscono, ma il giudice prima di ridurre l'importo del mantenimento che l'ex marito deve corrispondere alla ex moglie deve tenere conto anche di altri fattori.

È quanto ricorda la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6021 del 25 marzo 2015 qui sotto allegata dove si fa notare che occorre considerare anche l'incidenza che possono aver avuto, sul patrimonio di lui, i proventi derivanti dalla vendita della casa familiare.

I giudici di merito avevano disposto una riduzione del contributo al mantenimento della ex consorte rilevando che sebbene vi fosse uno squilibrio patrimoniale reddituale tra le parti vi era stata una contrazione del reddito dell'ex marito (dovuta al pensionamento).

La Cassazione se da un lato ha considerato corretta la motivazione che ha portato la Corte di appello a dare rilievo alla contrazione reddituale del marito, dall'altro ha ritenuto fondata "la censura relativa all'omessa valutazione del fatto decisivo e rilevante ai fini della determinazione dell'assegno di mantenimento, consistente nell'incasso dell'importo della vendita dell'immobile adibito a casa coniugale".


Accogliendo in relazione a tale profilo le censure mosse alla sentenza di merito la Cassazione spiega che la corte d'appello è tenuta a considerare tale incremento patrimoniale per una corretta valutazione complessiva della situazione economico reddituale dell'ex marito.

Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza 11 dicembre 2014 – 25 marzo 2015, n. 6021

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