Il Disegno di Legge 'Concorrenza': uno strumento per stimolare la crescita del Paese

di Roberto Paternicò - Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri n. 51 del 20 febbraio scorso, già evidenziato su questo portale (leggi l'articolo "Ddl concorrenza: le "liberalizzazioni" del Governo spiegate in 10 punti") dà attuazione al provvedimento annuale sulla "concorrenza" previsto dalla legge di riferimento.

Come sottolineato all'art. 1, le finalità sottese allo stesso ddl sono quelle di "rimuovere ostacoli regolatori all'apertura dei mercati, promuovere lo sviluppo della concorrenza e garantire la tutela dei consumatori, anche in applicazione dei principi del diritto dell'Unione europea in materia di libera circolazione, concorrenza e apertura dei mercati, nonché alle politiche europee in materia di concorrenza".

Ed è proprio per perseguire tali obiettivi che il disegno dell'esecutivo contiene provvedimenti che spaziano ad ampio raggio su diversi settori di mercato: provvedimenti che, se approvati in via definitiva all'esito dell'iter parlamentare, sono destinati, nelle intenzioni del Governo, ad incidere e, per alcuni versi rivoluzionare, sull'economia del Paese.

Tra questi, nell'ambito dell'intero disegno di legge, rilevano: i provvedimenti in materia di assicurazioni, con diversi interventi nel campo dell'Rc auto (obbligo di sconti a fronte di adempimenti volontari dell'assicurato; trasparenza; contrasto alle frodi; classi di merito; testimoni nei sinistri; danno non patrimoniale per lesioni lievi e non lievi; valore probatorio delle scatole nere e di altri dispositivi elettronici; trasparenza delle procedure di risarcimento; allineamento della durata delle polizze) e dell'Rc professionale (ultra-operatività decennale della copertura assicurativa), ma anche quelli per il settore bancario con riferimento ai costi delle chiamate per i servizi di assistenza ai clienti e alla maggiore trasparenza delle polizze assicurative accessoria ai contratti di mutuo e finanziamento.

Sul fronte delle professioni, si segnalano, invece, le disposizioni relative al notariato (eliminazione limite di reddito, allargamento bacino, ecc.) e agli avvocati (eliminazione del vincolo di appartenenza ad una sola associazione professionale; introduzione dell'obbligo del preventivo scritto; apertura alle società multi professionali e ai soci di capitali; trasferimento delle competenze dell'autenticazione degli atti riguardanti i beni immobili ad uso non abitativo di valore catastale non superiore a 100mila euro) e le semplificazioni sulle società a responsabilità limitata (costituzione anche mediante scrittura privata; sottoscrizione digitale di alcuni atti, tra cui il trasferimento di quote sociali e la costituzione sulle stesse di diritti parziali; gli atti, le denunzie e le comunicazioni per le quali non è previsto l'obbligo dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata).

Come appena visto, dunque, le misure contenute nel ddl sulla concorrenza sono ampie e variegate e se, da un lato, le polemiche e le obiezioni si concentrano sul fatto che il progetto di legge non contiene una vera e propria strategia per favorire la crescita ma soltanto interventi settoriali che non possono valere a rendere più efficienti i mercati e aumentare le qualità delle prestazioni e dei servizi, dall'altro, l'insieme delle disposizioni può servire, come evidenziato dallo stesso premier, a modificare (e migliorare) l'immagine del nostro Paese all'esterno, agendo su quelle barriere "interne" (in termini di costi, burocrazia, ecc.) che limitano di fatto la concorrenza, contribuendo così ad innescare un modello di sviluppo inclusivo, fondato sul merito e sull'equità.

In linea del resto, con quanto sostenuto dal Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale stimolare la crescita economica migliorando la concorrenza nel settore dei servizi, aumenta la credibilità del Paese, anche per la valutazione del "rating" e dei rapporti con la Commissione europea in tema di riforme.

Dott.Roberto Paternico'

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Rubrica Diritto ed Economia



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