PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone)
Lo so lo so, adesso tutti mi risponderete che si, di motivi per pagare il canone Rai ce ne sono parecchi. Ma sono più che certa che siate sotto l'influsso delle medaglie d'oro vinte dai nostri connazionali. E le Olimpiadi purtroppo sono solo ogni quattro anni e durano poche settimane; certo per carità esistono anche altre bellissime manifestazioni, come i Mondiali e gli Europei di calcio o le Olimpiadi invernali. Per non parlare poi del concerto di Capodanno o il discorso di Fine anno del nostro Capo dello Stato, che per quanto un po' soporifero in alcuni punti è comunque sempre carico di buoni propositi e di energetiche promesse. A di là di tutto ciò, io però mi domando di continuo (soprattutto quando ricevo il bollettino dall'Agenzia delle Entrate di Torino, altrimenti sarei veramente ai limiti del paranoico): perché si deve pagare il canone per la Tv di Stato? Perché dobbiamo pagare questa tassa - il termine canone non riesce a celarne la natura odiosa- d'altri tempi? Ormai la maggior parte degli italiani guarda canali privati o pay-tv, senza pagare nulla per i primi e dando un contributo mensile per i secondi, ma è una libera scelta, senza nessun obbligo. Non mi risulta che l'amministrazione di Sky o Premium si preoccupi di mandare raccomandate a/r per intimarci alla sottoscrizione dell'abbonamento.

È questo che rende odioso in primis il canone: è obbligatorio. Non c'è via di scampo, certe volte neppure la morte te ne può liberare; so per esperienza che i bollettini continuano ad arrivare anche post-mortem, merito del cattivo gusto in cui inciampa troppo spesso la burocrazia, ahimè. Non serve nemmeno traslocare, arrivano sempre prima della cucina Ikea.

Ma se io la Rai non la vedo dai tempi delle Carrambate o dei Giochi senza frontiere (altro che Olimpiadi, gli scontri nelle piscine tra Canton Ticino e Italia erano memorabili!), perché devo versare un obolo comunque? Un tempo si poteva rispondere con un semplice "perché la Rai è la Rai", e tutti ligi in coda a pagare il bollettino. Poi la risposta così articolata, degna di un bimbo di due anni, ha dovuto essere supportata da qualcosa di più consistente: vedi voce "Non ci sono pubblicità, non ci sono sponsor". E noi stra-felici di poterci godere un bellissimo film senza la rottura di dieci pubblicità ogni nanosecondo di proiezione. Come recita un brano dell'imperdibile Perché il canone? su abbonamenti.rai.it: "il fabbisogno finanziario della Rai e' coperto solo in parte con i proventi della pubblicità (art. 15 legge 103/1975). La Rai e' tenuta infatti a rispettare limiti di affollamento pubblicitario molto più rigorosi rispetto a quelli gravanti sull'emittenza privata (art. 8 legge 223/90; art. 10 D.P.R. 28.3.1994 tetto spazi pubblicitari)".
Ma poi anche la Rai ha dovuto cedere a qualche sponsor in più, per colmare buchi grossi come voragini. E proprio a questo punto un po' abbiamo iniziato a stufarci e preferire spendere qualche euro in più, per vederci i nostri film al cinema oppure su una pay-tv. Forse è qui che è iniziata la nostra idiosincrasia per il pagamento del canone; perché pagarlo se i tasti 1-2-3 del telecomando restano intoccati anche per mesi interi? E qui il vero colpo di genio della dirigenza Rai: il canone va pagato comunque. È una tassa di possesso per il televisore. Ahia, c'è poco da scampare allora. Io però per quasi un anno la televisione non l'ho avuta e ci ho provato a non pagare. Risultato: mi han detto che il canone non è solo tassa di possesso dell'apparecchio televisivo ma anche di computer, perché in grado di trasmettere programmi televisivi. Inutile fare i furbi negando il possesso di uno o l'altro, tanto ti incastrano estendendo l'obbligo a qualsiasi cosa dotata di schermo, quindi anche un cellulare. E chissà forse potrebbero anche includere nella lista nera microonde, lavatrici (sai quanti bimbi ci passano le ore a vedere il cestello girare), forse persino gli specchi se ci si lascia andare in imbarazzanti performances canore post-doccia. Leggere per credere cosa riporta il sito: "gli Abbonamenti Ordinari riguardano la detenzione nell'ambito familiare (abitazione privata) di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive. (art. 1 e 2 R.D.L. 21-2-1938 n. 246 e modificazioni successive)".

Insomma ci ho provato a non pagarlo ma ti portano allo sfinimento, bombardandoti di bollettini e lettere minatorie con minacce di pignoramento dei beni (automobile in particolar modo); e per chi come me ha il terrore di qualsiasi funzionario statale, fanno il loro bell'effetto. Arriverà la famosa privatizzazione? O almeno qualche buon programma condotto da personaggi meno imbalsamati o plastificati di quelli attuali? In attesa datemi qualche buon motivo per pagare il canone anche quest'anno.

Non quelli propagandati nel sito, che al sol leggerli si è assaliti da una gran tristezza grazie a slogan del tipo: "La Rai in quanto servizio pubblico adegua la propria programmazione (...) con temi sociali e di pubblica utilità come: Rai Parlamento, Rai Storia, Rai Scuola (...). In questa prospettiva si colloca l'esistenza di una forma di finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo mediante il ricorso ad un'imposta - il canone - a carico di tutti i soggetti che detengono un televisore. Tale forma di finanziamento e' fondamentale affinché la Rai possa continuare nel suo operato sopra descritto e perché possa disporre di un budget con il quale poter competere con altre emittenti nelle gare per aggiudicarsi i diritti per la diffusione di specifici eventi quali quelli sportivi.

p.s. Lo so sono in ritardo di parecchi mesi e non me ne vergogno, altrimenti poi chi me la manda la raccomandata minatoria di cui non posso più fare a meno?
Vedi anche:
Canone rai: raccolta articoli
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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