Chiesti chiarimenti sui criteri di quantificazione adottati nella nuova convenzione per l'assistenza legale a favore dell'ente

di Marina Crisafi - Chiamato ad intervenire dai consigli degli ordini forensi campani, che hanno denunciato nei giorni scorsi i compensi pagati da Equitalia agli avvocati (leggi in merito: "Equitalia compensi da fame per gli avvocati"), il Cnf ha subito espresso le proprie "forti perplessità" scrivendo al presidente e all'ad della società, Vincenzo Busa ed Ernesto Ruffini.

In particolare, nella lettera a firma del presidente dell'avvocatura Andrea Mascherin, come riportato nella newsletter di oggi, il Cnf ha invitato Equitalia a fornire chiarimenti in merito ai criteri di quantificazione adottati per i compensi professionali contenuti nella proposta di rinnovo dei contratti di consulenza agli avvocati, relativamente agli incarichi di patrocinio legale per il contenzioso, per l'attività di rappresentanza e delega in giudizio nonché di recupero crediti a favore dell'ente.

Nella missiva, il Cnf richiama non solo l'abbattimento dei compensi operato nella tabella allegata alla convenzione, che prevede un minimo di 50 euro per una causa davanti al giudice di pace e un massimo di mille euro per una controversia in Cassazione, ma anche la previsione di "una decurtazione non inferiore all'80% a valere su quanto spettante in base al decreto ‘Parametri' per le cause di alta specializzazione o rilevanza strategica", nonché "quella che dispone che il compenso è da ritenersi pattuito anche per l'eventuale attività di recupero forzato delle spese di lite, nel caso di condanna di controparte al pagamento in favore della Società".

Tutte condizioni che fanno sorgere legittime perplessità e che Equitalia è invitata ad esplicitare dettagliatamente, "al fine - conclude il Cnf - dell'eventuale adozione di ogni altra, successiva, determinazione".


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