L'amletico dubbio di Henrik Anderson è stato sciolto: ma anche no. L'Antipiratgruppen danese ha alla fine risposto agli interrogativi del cittadino nordeuropeo che aveva manifestato le più ferme intenzioni di consegnarsi nelle mani della polizia dopo aver riversato sul proprio computer almeno un centinaio di DVD legalmente acquistati. Una breve lettera inviata con qualche giorno di ritardo rispetto alla data promessa, probabilmente scritta solo dopo aver capito i decisi propositi dello stesso Anderson. Ma la missiva tanto attesa dal cittadino danese non avrebbe risolto alcunché, dal momento che ha stabilito quanto segue: che Henrik Anderson ha infranto l'attuale legge sul copyright
- aggirando i sistemi di DRM interni ai dischi - ma che non verrà perseguito legalmente perché le sue copie sono state create esclusivamente per uso privato. La risposta dell'Antipiratgruppen è risultata perfettamente in linea con le leggi attuali in terra danese, ma allo stesso tempo completamente in contraddizione. Il dilemma di Anderson è rimasto perfettamente in piedi. La lettera ha innanzitutto precisato che la legge vieta la violazione delle misure tecnologiche a protezione dei dischi, senza esplicito consenso da parte dei detentori dei diritti. Inoltre, in Danimarca è illegale effettuare copie dei DVD per guardarle su un media center (come ha fatto Henrik Anderson). Nel prosieguo della missiva, l'Antipiratgruppen ha illustrato tuttavia un passo successivo. Lo scopo principale della legge - stando a quanto c'è scritto nella lettera - è quello di assicurarsi che le copie dei dischi non vengano distribuite a terze parti. "L'associazione dei distributori video danesi non hanno certamente interesse a intraprendere azioni legali nei confronti di consumatori come lei, che hanno aquistato prodotti in maniera legittima". Henrik Anderson ha mostrato un certo sollievo nell'apprendere la notizia, che non ha certamente accolto senza una forte dose di scetticismo.
Le sue azioni hanno comunque infranto la legge. "Chi assicura i cittadini danesi che l'Antipiratgruppen non intraprenderà azioni legali contro (ad esempio) qualcuno colto a copiare oltre mille film? - si è chiesto Anderson - D'accordo, li avrebbe legittimamente pagati, ma rimarrebbe pur sempre qualcosa di illegale". In conclusione, Anderson ha spiegato che andrà avanti, magari rinunciando all'abbraccio della polizia, ma insistendo presso il ministero della Cultura affinché quest'ultimo sciolga una volta per tutte i suoi dubbi shakespeariani.
Mauro Vecchio
Articolo pubblicato con l'autorizzazione di punto-informatico.it

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