Prossima settimana in Consiglio dei Ministri il disegno di legge "Codice Rosso" per fermare la violenza sulle donne. Presentato oggi in conferenza stampa al ministero della giustizia

di Marina Crisafi - Pronto il ddl "Codice Rosso" per fermare la violenza sulle donne. Il testo presentato ieri in conferenza stampa al ministero della giustizia, alla presenza del Guardasigilli Alfonso Bonafede, del ministro della P.A., Giulia Bongiorno e di Michelle Hunziker per l'associazione "Doppia Difesa" (nella foto), punta ad arginare i tempi lunghi dei processi. Il ddl sarà portato in Consiglio dei ministri la prossima settimana dove, garantisce Bonafede "sarà approvato sicuramente. Poi sarà la volta del Parlamento".

Violenza donne: intervenire prima dell'irreparabile

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"Lo Stato deve fare tutto il possibile per riuscire a debellare la piaga della violenza sulle donne, puntando non solo sulla repressione e sulla punizione ma, ancor prima, sulla prevenzione di questi delitti odiosi" ha detto Bonafede in conferenza stampa. "Lo Stato e la giustizia devono intervenire prima che succeda l'irreparabile, proteggendo i suoi cittadini, specie quelli più deboli. Chi fa violenza a una donna non è un uomo" ha aggiunto aprendo la presentazione del progetto di legge "Codice Rosso".

Corsia preferenziale alle donne vittime di violenza

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La proposta prevede di assicurare una corsia preferenziale alle denunce di violenze subite dalle donne, dando a questi casi una priorità di trattamento, proprio come succede negli ospedali con i pazienti più gravi.

"Tante donne non denunciano perché temono di non trovare una risposta adeguata da parte dello Stato. Con il 'Codice Rosso', invece, la giustizia avrà l'obbligo di attivarsi con tempestività per soddisfare le richieste di giustizia e verità delle donne". Per il ministro Bonafede, inoltre, sarà decisivo "lo sforzo culturale e di sensibilizzazione profonda che il Paese dovrà compiere perché l'inasprimento delle pene da solo non è sufficiente per arginare un fenomeno che, come dimostrano i dati, ha assunto dimensioni allarmanti".

Nell'illustrare come funziona la legge, il ministro Bongiorno, che insieme a Michelle Hunziker ha fondato l'Associazione "Doppia Difesa" a tutela delle donne sottoposte a violenza, ha chiarito come siano previsti tempi certi e serrati per lo svolgimento delle indagini. "E' inaccettabile che ci siano donne che muoiono in attesa di giudizio. Questa è una legge che nasce dall'esperienza e dalle storie di tante donne che sono state uccise o che hanno subito violenze molto gravi".

Per Michelle Hunziker proprio il "fattore-tempo è quello decisivo perché occorre aiutare immediatamente le donne che denunciano e reagire in tempi stretti alle prime manifestazioni di violenza prima che queste degenerino e magari sfocino in qualcosa di irreparabile". Per la conduttrice è fondamentale "rompere il muro del silenzio, parlare dei femminicidi e di tutte le storie di maltrattamento perché sembra quasi che, superate da altri argomenti, queste vicende passino in secondo piano. Tutti invece dobbiamo fare la nostra parte senza paura".

Si tratta di "un'iniziativa assolutamente priva di colore politico che merita il supporto di tutte le forze presenti in Parlamento perché quella della violenza sulle donne è una vera piaga sociale e culturale che affligge il nostro Paese" ha specificato Bonafede, auspicando il sostegno al progetto da parte di tutti i partiti.

Delineando l'iter del progetto di legge, il ministro ha chiarito, infine, come il "testo sia già pronto e verrà discusso nel Consiglio dei ministri in programma per la prossima settimana. In Parlamento - ha concluso il Guardasigilli - puntiamo all'approvazione all'unanimità".

Progetto legge Codice Rosso, cosa prevede

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Il ddl Codice Rosso, recante 'Modifiche al Codice di procedura penale: disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere', prevede innanzitutto una "corsia preferenziale" alle denunce di violenza in cui si ravvisano seri pericoli per l'incolumità della donna. Nello specifico, tra i punti del ddl, c'è la modifica dell'art. 347 c.p.p., con la previsione dell'obbligo della polizia giudiziaria di comunicare immediatamente al pm le notizie di reato acquisite se riguardano delitti di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di semplice convivenza, senza alcuna discrezionalità sulla sussistenza dell'urgenza. La ratio è quella di avviare tempestivamente la procedura, potendo adottare provvedimenti "protettivi o di non avvicinamento" prima dell'irreparabile. Si prevede anche la modifica dell'art. 362 c.p.p., con l'ascolto della vittima da parte del pm entro 3 giorni dall'avvio del procedimento e l'integrazione dell'art. 370 c.p.p., obbligando la polizia giudiziaria a dare priorità allo svolgimento delle indagini delegate dal pm, senza valutazioni discrezionali sull'urgenza, quando si verta in tema di reati (maltrattamenti, violenza sessuale, lesioni aggravate, ecc.) commessi in ambito familiare. Viene introdotto anche l'obbligo di formazione per le forze dell'ordine, con la frequenza di corsi ad hoc, con il fine di fornire al personale coinvolto le competenze specialistiche necessarie.


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