L'associazione nazional-europea degli amministratori di immobili, Anammi, capofila del progetto, presenta il primo codice di condotta per la privacy in condominio
di Redazione - Arriva il primo codice di condotta per gli amministratori di condominio. Capofila del progetto, che "rappresenta un modello di riferimento per la corretta gestione della privacy sia a livello nazionale che europeo", primo del genere tra le categorie professionali interessate, è l'Associazione Nazional-europea degli amministratori d'immobili (Anammi).

Il documento, destinato agli studi di amministrazione, spiega l'Associazione in una nota, "intende promuovere e sviluppare la corretta applicazione del Regolamento UE 679 del 2016, che regola la delicata materia, favorendo un'adeguata protezione dei dati personali in condominio".

Del resto, proprio il Regolamento europeo incoraggia in tal senso l'elaborazione di codici di condotta in relazione a specifiche categorie professionali, con un'attenzione particolare alle esigenze dei singoli settori e delle imprese.

"Siamo felici di essere stati i primi nel settore condominiale ad avviare un lavoro così complesso - ha affermato il presidente Anammi, Giuseppe Bica- intendiamo sostenere gli amministratori di condominio nella difficile gestione della privacy e, al tempo stesso, creare un modello organizzativo ottimale per il trattamento dei dati personali, condiviso con gli interlocutori istituzionali del settore e le altre associazioni coinvolte".

Il testo, al quale hanno aderito altre realtà associative, è stato redatto dall'avv. Carlo Pikler, specializzato in materia di privacy, ed è stato depositato presso l'Autorità Garante per la protezione dei dati personali.

Codice condotta privacy condominio: cosa prevede

Il primo Codice di condotta sulla privacy ha un approccio unitario, per rendere più rigorosa la gestione dei dati personali negli studi di amministrazione. L'iniziativa, in tal senso, spiega ancora la nota, "punta al riconoscimento, tra le numerose realtà interessate, delle certificazioni del modello di gestione. Oltre agli studi professionali, infatti, il sistema disegnato dal nuovo Codice coinvolge anche le autorità di controllo e le associazioni

che rappresentano i titolari o responsabili del trattamento dei dati personali e le rende partecipi del sistema stesso. In pratica, l'intero meccanismo è equiparabile ad un processo di certificazione in qualità".

L'amministratore condominiale, oggi, svolge numerose mansioni ed ha compiti sempre più complessi, che vanno dalla contabilità condominiale all'urbanistica, dal fisco all'urbanistica, dall'efficienza energetica alla gestione del conflitto.

"Più si amplia la nostra sfera di competenza - ha osservato Bica - maggiore è lo spazio per le problematiche legate al trattamento dei dati personali. Un motivo in più per promuovere il Codice di condotta per la nostra categoria". Proprio in materia di privacy, l'amministratore è obbligato a tenere un registro delle attività di trattamento dei dati personali, un documento contenente le linee guida sulle attività che l'amministratore compie nel proprio esercizio, allo scopo di meglio tutelare i diritti dei soggetti interessati e di garantire l'alta professionalità dell'amministratore.

Vista la delicatezza del trattamento dato, il Codice di condotta per la privacy degli studi di amministrazione condominiale prevede anche la necessità di revisione periodica e l'obbligo di formazione dei professionisti.

"Non si tratta di un testo immodificabile, ma in evoluzione - ha ricordato il presidente dell'ANAMMI - allo scopo di migliorare nel tempo la gestione dei dati personali".


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