L'allarme lanciato dall'Unione Consumatori sull'importo e sul caos relativo all'applicazione concreta del nuovo canone

di Marina Crisafi - La riduzione del canone Rai a 100 euro, prevista dalla legge di stabilità 2016 in discussione al Senato, non è sufficiente. Alla fine gli italiani pagheranno di più. A lanciare l'allarme è l'Unione Consumatori secondo il cui studio, l'importo del canone dovrebbe scendere a 77 euro o, al massimo, ad 83 euro, volendo considerare uno zoccolo duro di evasori pari al 7%.

Stando alle stime dei tecnici dell'associazione, infatti, l'importo di 100 euro è troppo elevato e non concorda con i calcoli sinora pubblicati. Questo perché i dati Istat sostengono che il numero di famiglie che posseggono un televisore e che quindi sono tenute a pagare il canone ammontano a 24 milioni 199mila, il che comparato con gli attuali 16,5 milioni di abbonati (risultanti dalla relazione tecnica alla legge di stabilità) dovrebbe consentire un importo pari a 77 euro. Ovvero ad 83, appunto, considerando quel 7% di evasori "incalliti" che rimarranno tali anche dopo l'introduzione delle nuove norme.

Di conseguenza, lo "sconto" di 13,5 euro l'anno, secondo le stime dell'Unione non è sufficiente. Ma non lo è anche a voler considerare i soli dati della nota tecnica alla legge, stando ai quali bisognerebbe portarlo a 82,5 euro o al massimo a 90, sempre considerando il 7% di "renitenti".

Il che tradotto, significa che il Governo intende di fatto "aumentare il gettito complessivo del canone", afferma il segretario dell'Unc, Massimiliano Dona.

E pur apprezzando l'estensione della soglia di esenzione di reddito da 6.500 a 8.000 per gli over 75, l'associazione manifesta anche forti preoccupazioni per il "caos" legato alla concreta applicazione del nuovo canone.

Problemi applicativi che riguarderanno non solo la distinzione tra prime e seconde case, ma anche le difficoltà che deriveranno dal distinguere i casi in cui l'abbonamento è intestato al marito e la bolletta della luce alla moglie o viceversa. Per non parlare del pagamento rateale in 10 rate che aumenterà, a detta di Dona, "il rischio che il consumatore non si accorga nemmeno del pagamento - non notando - l'aumento anomalo della bolletta" finendo così per pagare anche se la tv non ce l'ha o se l'importo è già stato pagato da altri componenti familiari. Una soluzione, ha concluso Dona, potrebbe essere quella di rendere il pagamento rateale possibile solo a fronte delle richieste del consumatore, come "facoltà" e non come "regola".

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