È arrivato quasi sul gong il sì del Senato al d.l. n. 3/2015, c.d. "decreto banche", dopo l'ennesima apposizione del voto di fiducia da parte del Governo.

di Marina Crisafi - È arrivato quasi sul gong il sì del Senato al d.l. n. 3/2015, c.d. "decreto banche", dopo l'ennesima apposizione del voto di fiducia da parte del Governo.

In serata, con 155 voti a favore e 92 contrari, tra le proteste dell'opposizione, il decreto è stato convertito in legge dello Stato, a solo un giorno dalla sua scadenza naturale.

Via libera quindi alla trasformazione delle banche popolari in società per azioni, alla portabilità dei conti correnti e agli incentivi per gli investimenti.

Queste, infatti, le tre principali macroaree, lasciate inalterate rispetto al testo licenziato dalla Camera, sulle quali ormai il decreto diventato legge dello Stato incide ed inciderà nel prossimo futuro.

Ecco le principali novità del testo che si avvia, quindi, alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale:

- Banche popolari Spa

Confermata la misura principale e più discussa del decreto, ossia la trasformazione delle banche popolari con oltre 8 miliardi di attivo in società per azioni. La trasformazione dovrà avvenire entro 18 mesi dalla pubblicazione dei relativi regolamenti attuativi.

A cambiare è anche il diritto di voto che sarà collegato al numero di azioni possedute (in luogo del singolo voto spettante oggi ad ogni socio popolare indipendentemente dalle azioni in suo possesso). Passa però anche il correttivo, introdotto alla Camera, che consente di deliberare a maggioranza semplificata (entro 24 mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto) un tetto pari al 5% del capitale sociale avente diritto al voto.


- Portabilità semplificata

La seconda delle novità più attese del d.l. che interessa un'ampia platea di consumatori è la semplificazione della portabilità dei conti correnti, in base alla quale si potrà cambiare istituto bancario senza sostenere oneri o spese (che resteranno a carico della banca) entro il limite massimo di 12 giorni.

A fronte del mancato rispetto del termine, l'istituto di credito dovrà pagare al cliente un indennizzo proporzionale al ritardo e alla disponibilità presente sul conto all'atto della richiesta.

Quanto ai criteri e alle modalità di erogazione dell'indennizzo il d.l. rinvia ad apposito decreto che dovrà essere emanato dal Mef sentita la banca d'Italia.

- Investimenti per le imprese

Diverse le misure contenute nel decreto in materia di investimenti in favore delle imprese: dal sostegno all'export e all'internazionalizzazione che sposta alla Cassa Depositi e Prestiti la competenza per l'attività creditizia (inizialmente trasferita in capo al Sace) all'estensione degli strumenti e degli incentivi previsti per le startup

alle "Pmi innovative", passando per il potenziamento del "patent box" che finisce per comprendere nel novero della tassazione agevolata anche i marchi commerciali.

Confermata l'istituzione della società per azioni per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese destinata al sostegno delle aziende sane in temporanea difficoltà e modificato il meccanismo per il ricorso agli investimenti in beni strumentali previsto dalla "nuova Sabatini" con la possibilità per banche e società di leasing di concedere finanziamenti con autonome provviste, vista la facoltà e non più l'obbligatorietà di ricorrere al plafond costituito presso la Cassa depositi e prestiti.


Vuoi restare aggiornato su questo argomento? Seguici anche su Facebook e iscriviti alla newsletter



Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: