Il Codacons ha reso noto che l'indicatore dei consumi Confcommercio ha registrato nel mese di aprile 2012 un calo del 2,8% in termini tendenziali: si tratta del quinto risultato negativo consecutivo da dicembre, con una flessione dello 0,3% rispetto a marzo, che porta i consumi ai livelli registrati nel 2006.

"L'Italia non potrà uscire dalla recessione fino a che i consumi delle famiglie non ricominceranno a salire", ha dichiarato l'associazione capitanata da Carlo Rienzi, aggiungendo ormai che solo un terzo delle famiglie sembrerebbe arrivare senza difficoltà alla fine del mese.

Il Codacons ha inoltre definito "particolarmente drammatico" il dato dell'Icc in quantità dei beni alimentari, che sarebbero crollati del 4% ad aprile su base tendenziale e dello 0,8% su base congiunturale; l'associazione ha inoltre aggiunto che il crollo degli alimenti sarebbe ininterrotto dal 2007 ad oggi, con il -1,8% nel 2007, -3,3% nel 2008, -3,1% nel 2009, -0,7% nel 2010 e - 2,2% nel 2011. Consumi alimentari pro capite così bassi si sarebbero registrati soltanto alla fine degli anni '70.

"Occorre un dl salva consumi che sposti la tassazione dalle famiglie ai grandi patrimoni, delle imposte che colpiscono tutti gli italiani indipendente dal reddito, come Iva e accise, a chi ha più soldi, riducendo ad esempio l'elusione fiscale che oggi consente ad un miliardario di detrarre l'acquisto della cucina nuova, le spese per iscrivere il figlio al tennis club ed i contributi previdenziali per la baby sitter": questa è secondo il Codacons la soluzione al problema, oltre allo scongiuramento dell'incremento dell'Iva a ottobre, e alla riduzione dei costi e privilegi della politica, definiti dall'associazione "assurdi".


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