Roma, 14 giu. (Adnkronos) - I cittadini non possono essere spiati nemmeno in garage. Il divieto di 'controllo' e' esteso anche all'ingresso di casa e al pianerottolo. A stilare l'elenco dei luoghi off limits al 'grande fratello' e' la Corte di Cassazione. Lo fa con la sentenza 25666 con la quale ha respinto il ricorso di Alfredo A., un signore di Forli' condannato a quattro mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale, per interferenze illecite nella vita privata per aver ripreso con una videocamera le attivita' svolte da Ida Z. nel garage dove erano custodite le macchine. Per la Suprema Corte queste riprese ledono 'il diritto alla riservatezza della vita individuale dalle interferenze illecite altrui'. Il caso analizzato dai giudici di Piazza Cavour e' servito loro per fissare i confini entro i quali i cittadini devono attenersi se non vogliono avere guai con la giustizia.
Ebbene, secondo la Suprema Corte la privacy di una persona viene lesa non solo 'nei luoghi di privata dimora', ma anche 'nelle appartenenze di essi'. Compie pertanto il reato di interferenza illecita nella vita privata (art. 615 bis c.p.) chi sorveglia il cittadino in un garage, anche se aperto al pubblico, sul pianerottolo o davanti all'ingresso di casa. Insomma, specifica la Cassazione nel suo elenco, il divieto di 'sorveglianza' deve esere applicato su 'tutte le cose che siano legate con l'abitazione o con altro luogo di privata dimora da stretto rapporto pertinenziale ai sensi dell'art. 817 c.c., come ad esempio, gli ingressi, anche se prospicienti sulla pubblica via, non potendosi confondere - mettono in chiaro i giudici con l'Ermellino - il diritto civilistico di veduta con la facolta' (soggetta a restrizioni penalmente garantite) di documentare fatti della vita privata altrui'.

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