La Cassazione ha detto basta ai furbetti della politica e mette in chiaro che le trasferte vanno fatte solo per ragioni istituzionali e non per fare viaggi con le proprie consorti. Il monito arriva dopo che il palazzaccio si è dovuto occupare di una serie di casi di truffe aggravate e falsi ideologici contestati a un sindaco e a sei dei suoi assessori che con una certa frequenza se ne andavano in viaggio con moglie e compagne a spese del Comune. Questi viaggi spiega la Corte (sentenza 18071/2010 della quinta sezione penale) Gli illeciti, ricostruisce la sentenza 18071 della V Sezione penale, venivano giustificati presentando tabelle di missione in si indicavano spese sostenute e motivi istituzionali dei diversi tour in svariate città d'Italia tr acui Roma, Milano, Napoli, Firenze, Rimini e Ischia. Sindaco e assessori ottenevano anche il rimborso delle spese dello loro compagne di cui non dichiaravano la presenza limitandosi a presentare fatture maggiorate in relazione al costo di viaggio e soggiorno. Una sentenza
che costituisce un primo giro di vite contro il malcostume di alcuni politici di approfittare di benefici legati agli incarichi ricoperti.

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