Cifre e casi eclatanti che hanno contraddistinto quest'anno: lo stato dell'arte in Italia nel 2025


Il 2025 segna un anno di forte allerta per lo stato dell'anticorruzione in Italia: secondo un dossier recentemente divulgato da Libera, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 1° dicembre si contano 96 inchieste per corruzione con 1.028 persone indagate.Le fattispecie contestate spaziano da appalti pubblici truccati, mazzette per concessioni edilizie, false attestazioni per immigrationi o certificati di morte, a concorsi pilotati, servizi pubblici "aggiustati", gestione dei rifiuti, sanità, rifiuti e grandi opere.

Allo stesso tempo, l'immagine internazionale del nostro Paese peggiora: nel 2024, nella classifica globale dell'Indice di Percezione della Corruzione redatta da Transparency International, l'Italia scende dal 42° al 52° posto su 180 Paesi, classificandosi 19ª su 27 nell'Unione Europea. Una inversione di tendenza che non si verificava dal 2012.

Il caso"specchio: l'indagine sul Comune di Milano

Un caso particolarmente sintomatico del problema — e dell'urgenza di una riforma che davvero rafforzi gli strumenti di prevenzione — riguarda le recenti indagini che hanno coinvolto il Comune di Milano. In luglio 2025, personale della finanza ha eseguito un blitz nella sede municipale — con perquisizioni e detenzioni — nel contesto di una "inchiesta su vasti progetti immobiliari e urbanistici" per presunte irregolarità nella concessione di appalti e nei processi decisionali delle riqualificazioni cittadine. Tra gli indagati figurano figure apicali dell'ufficio urbanistica e dirigenti di una società privata attiva nel real estate, titolare di gran parte delle grandi operazioni edilizie milanesi degli ultimi tre anni. Questo caso rivela un nodo cruciale: la discrezionalità nella gestione delle trasformazioni urbane e la centralità delle decisioni pubbliche rendono il settore edilizio e urbanistico un terreno fertile per fenomeni corruttivi, soprattutto laddove la trasparenza e la partecipazione civica risultano carenti.

Verso una nuova fase: l'urgenza di prevenzione attiva e controllo partecipato

Alla luce dei recenti dati e del caso milanese, appare evidente che la lotta alla corruzione non può limitarsi al processo penale una tantum, ma deve orientarsi verso un modello preventivo permanente. In questo contesto, l'attivazione sistematica di strumenti di compliance, trasparenza amministrativa, protezione dei segnalatori (whistleblowing), e un robusto sistema di governance pubblica diventano essenziali. Il rafforzamento di autorità indipendenti e l'adozione di una strategia nazionale di lungo termine — come invocato anche dalle raccomandazioni internazionali — rappresentano passi obbligati per ricostruire credibilità e legalità.

Il caso del Comune di Milano in particolare dovrebbe fungere da monito: le trasformazioni urbane, le grandi opere, i progetti immobiliari non possono più essere terreno oscuro di scambio illecito. Serve un cambio di paradigma — dal sospetto all'integrità — che coinvolga Stato, istituzioni, imprese e cittadini.

In definitiva, con 96 inchieste nel 2025 e un crollo nelle statistiche di percezione, l'Italia si trova oggi davanti a un bivio: continuare a inseguire la corruzione ex post, o avviare finalmente una stagione di trasformazione strutturale, dove trasparenza, responsabilità e prevenzione non siano eccezioni, ma regole.


Avv. Alessandro Pagliuca

Specialista in Compliance e Whistleblowing, Risk Management e Anticorruzione

alessandropagliuca12@gmail.com


Foto: 123rf.com
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