Arriva dopo la denuncia contro la P.A. per l'omissione di atti di ufficio, ovvero la mancata verifica, da parte dell'azienda sanitaria, delle condizioni cliniche dell'uomo, per accertare il suo diritto ad accedere al suicidio assistito

Eutanasia, i fatti e la denuncia

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Un provato cittadino ha denunciato una pubblica amministrazione per aver violato il proprio diritto all'aiuto al suicidio. È la prima volta che accade nel nostro Paese. a questo, nelle ultime ore, la diffida nei confronti del ministri Speranza e Cartabia. I fatti si sono verificati nelle Marche, dove un 43enne, malato tetraplegico da 10 anni, a causa di un grave incidente stradale, ha denunciato l'Azienda Sanitaria Unica Regione Marche. L'accusa è di omissione di atti di ufficio, nel caso di specie: la mancata verifica, da parte dell'azienda sanitaria, delle condizioni cliniche di Mario, per accertare il suo diritto ad accedere al suicidio assistito, così stabilito dalla sentenza

della Corte Costituzionale 2422019 e peraltro già anche ordinato dal Tribunale di Ancona lo scorso 9 giugno. L'uomo si è rivolto per chiedere aiuto legale all'Associazione Luca Coscioni per impugnare questo diniego, portando di fatto la ASUR in Tribunale, in modo da ottenere un'ordinanza volta a veder rispettato quanto previsto dalla Sentenza della Corte costituzionale. Dopo una prima decisione con cui il Tribunale di Ancona aveva negato la possibilità per Mario di accedere alla morte assistita in Italia, lo scorso 9 giugno 2021 i giudici del Tribunale di Ancona ribaltano la precedente decisione, imponendo con questa ordinanza alla ASUR di verificare che Mario abbia le condizioni d'accesso al suicidio assistito, così come stabilito dalla sentenza di incostituzionalità della Corte Costituzionale n. 242/2019.A raccontare la storia in conferenza stampa a piazza Cavour ad Ancona, l'avv. F.Gallo, co-difensore Mario e segretario Associazione Luca Coscioni, e M.Cappato, Tesoriere Associazione Luca Coscioni.

Associazione Coscioni: «Lo Stato infligge torture a questo cittadino»

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In termini temporali, la denuncia arriva ad un anno dal primo contatto dell'uomo con la ASUR, per la richiesta di accesso al suicidio assistito. Le conseguenze della denuncia, se dovesse sfociare in «un procedimento penale nei confronti dei soggetti apicali dell'ASUR Marche, potrebbero essere quelle di una condanna in sede penale - spiega nella nota l'Associazione Luca Coscioni - per non aver provveduto ad un atto dovuto, ovvero la verifica delle condizioni dell'uomo, la cui fonte giuridica era rinvenibile sia nel dettato della Corte Costituzionale sulla cui base la richiesta del 43enne era stata formulata più di un anno fa, sia nel provvedimento del tribunale di Ancona che ha ordinato all'azienda sanitaria di effettuare la verifica delle condizioni dell'uomo.

«Lo Stato italiano sta infliggendo una vera e propria tortura contro un suo cittadino, obbligandolo a subire una condizione di sofferenza insopportabile contro la propria volontà e contro la legge, negando a Mario l'esercizio dei propri diritti fondamentali in violazione della sentenza della Consulta». queste sono le parole della dura presa di posizione di Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni e co-difensore di Mario, e Marco Cappato, Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni.

Ed inoltre «Il Ministro della Salute Roberto Speranza, proprio rispondendo all'uomo, aveva ricordato come sia responsabilità del Governo ("Ora continueremo a lavorare in silenzio, per ciò che il governo può fare nell'ambito delle sue competenze, per consentire l'applicazione più uniforme possibile, al di là di ogni legittima posizione politico-culturale, della sentenza della Corte Costituzionale"). Di fronte alla violenza perpetrata sotto la responsabilità del Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, chiediamo al Governo e al Ministro Speranza di agire immediatamente per interrompere la flagranza di reato in corso e attuare un provvedimento di Commissariamento della Regione Marche per attuare la visita medica che Mario attende ormai da un anno. In caso contrario, alla responsabilità del Presidente delle Marche Acquaroli si aggiungerà anche quella del Ministro Speranza (che al proposito non ha nemmeno ancora risposto a un'interpellanza parlamentare n. 2/01202 del 29 aprile 2021), del Presidente del Consiglio Draghi e di tutto il Governo».

La diffida ai ministri Speranza e Cartabia

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Delle ultime ore invece un passo ulteriore: l'uomo ha diffida i ministri Speranza e Cartabia: «Il governo attivi i propri poteri per il rispetto del mio diritto ad accedere legalmente al suicidio assistito». Lo scorso 27 agosto, a un anno dalla richiesta alla struttura pubblica sanitaria di verifica delle proprie condizioni di salute (al fine di attivare il percorso stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza Cappato/Dj Fabo che prevede che l'aiuto al suicidio non costituisce reato in certe condizioni) l'uomo ha inviato una lettera di messa in mora e diffida ad adempiere al Ministro della Salute Roberto Speranza e alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia, mettendo a conoscenza anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi ed ha chiesto che il Governo attivi tutti i poteri di cui è titolare per attuare il suo diritto a poter accedere legalmente al suicidio assistito già sancito dalla sentenza della Corte costituzionale numero 242/2019.

Vedi anche:
- La diffida ad adempiere

Foto: 123rf.com
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