Il testo della sentenza della Corte costituzionale, per cui la rivalutazione delle pensioni d'oro può essere limitata e il contributo di solidarietà è legittimo ma solo per tre anni

Pensioni d'oro al vaglio della Consulta

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Nei mesi scorsi, il Tribunale di Milano e la Corte dei Conti di Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sardegna e Toscana hanno sollecitato il giudizio della Corte costituzionale sulle misure di contenimento della spesa previdenziale che erano state introdotte dalla legge di bilancio del 2019 e che colpiscono le cosiddette pensioni d'oro, ovverosia le pensioni di importo particolarmente elevato.

La pronuncia della Corte è arrivata e dopo l'annuncio della posizione assunta rispetto alle norme sottoposte al suo vaglio nei giorni scorsi, la Consulta ha depositato la sentenza in data odierna 9 novembre 2020 (la n. 234/2020 sotto allegata).

Ok al raffreddamento della perequazione

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Innanzitutto, i giudici costituzionali ci sono pronunciati sul cosiddetto raffreddamento della perequazione ovverosia sulla limitazione della rivalutazione automatica degli assegni pensionistici superiori a determinati importi, prevista per il triennio 2019-2021.

Come fatto sapere dall'ufficio stampa della Corte, tale previsione deve ritenersi ragionevole, proporzionata e, pertanto, costituzionalmente legittima.

Il contributo di solidarietà è (parzialmente) legittimo

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L'altra questione sottoposta al vaglio della Consulta è quella avente a oggetto il cosiddetto contributo di solidarietà. Si tratta, in sostanza, della decurtazione percentuale delle pensioni superiori a 100mila euro lordi annui.

Per i giudici, anche questa previsione deve ritenersi legittima, ma con una limitazione: la sua durata quinquennale è eccessiva rispetto all'orizzonte triennale del bilancio di previsione dello Stato e, pertanto, il contributo può ritenersi legittimamente operativo solo sino al 2021.

Scarica pdf sentenza Corte Cost. n. 234/2020
Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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