Accesso agli atti anche nella fase esecutiva dell'appalto: la pronuncia del Consiglio di Stato ha forte portata innovativa

Avv. Armando Lamantia - Con la recente pronuncia n. 10/2020 il Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria, ha esteso l'accesso agli atti anche nella fase esecutiva del servizio.

La pronuncia ha una forte portata innovativa atteso che fino ad oggi, in materia di appalti, l'accesso era circoscritto alla sola fase della procedura culminante con l'aggiudicazione e ciò in ossequio all'art 22 della Legge n. 241/90 applicabile anche agli appalti pubblici.

La decisione "in parola" ha, tuttavia, specificato che deve sussistere, da parte del soggetto richiedente l'accesso, un interesse concreto ed attuale ravvisabile allorchè si denuncino vicende che potrebbero condurre alla risoluzione per inadempimento del contratto di appalto in danno dell'originario aggiudicatario, presupposto al fine di fare ricorso all'istituto dello scorrimento della graduatoria consentito in dette circostanze (ex art. 140 D.lgs. n. 163/2006).

Nella fattispecie si era trattato di una istanza circostanziata volta ad accertare se l'aggiudicatario prima e contraente dopo svolgesse l'appalto nel rispetto del capitolato tecnico e dell'offerta migliorativa presentata in sede di gara.

Pertanto, il diritto di accesso "esteso" alla fase esecutiva non sarebbe ammesso laddove il richiedente faccia valere un mero interesse al corretto e puntuale svolgimento del rapporto contrattuale instauratosi a seguito di aggiudicazione del servizio: detta "generica" richiesta difetterebbe dei presupposti legittimanti la stessa.


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