Allarme truffe e manomissioni nel 2020 a causa dell'abitudine di scrivere la data abbreviata. Scrivere solo '20 potrebbe agevolare le manomissioni e i cambi data

di Lucia Izzo - Il nuovo anno si è aperto con un messaggio che ha iniziato a diffondersi a macchia d'olio sui social e su whatsapp, allarmando gran parte degli utenti. Il tam tam riguarda, nel dettaglio, la scrittura della data nei documenti e l'abitudine di segnare solo le ultime due cifre dell'anno.


In particolare, quello che si consiglia fortemente agli utenti è di scrivere l'anno 2020 per intero e non nella forma abbreviata, per scongiurare il rischio di manomissioni. Cerchiamo di capire perché.


Il messaggio di allerta

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L'ammonimento che circola in questi giorni sui social viene presentato come "un suggerimento pratico" o addirittura come una "consulenza legale" per quest'anno. In particolare, si invitano i lettori a scrivere nei documenti l'anno 2020 per intero, ad esempio 31/01/2020 e non, invece, 31/01/20. Oltre a invitare all'attenzione, si consiglia di non scrivere né accettare documenti che presentino la data abbreviata.

Quali sono i millantati rischi? Lasciare in sospeso l'anno, ovvero limitarsi a segnare le ultime due cifre, lascerebbe via libera ai malintenzionati consentendogli una possibile manomissione del documento (ad esempio quelli fiscali, o gli assegni, i mutui e così via).

Scrivendo solo '20, infatti, si consentirebbe di aggiungere altre cifre a questo numero con 'effetto di modificare la data, ad esempio in 2000, 2019 o qualsiasi altra a convenienza per protrarre la validità o scadenza del documento.

Si tratta di un problema sorto proprio con il 2020 in quanto l'abbreviazione dell'anno scorso ('19 anziché 2019) avrebbe consentito solo di modificare la data in una del 1900 e l'abbreviazione del 2018 avrebbe consentito solo una modifica in una data nel 1800.

Bufala o verità?

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Bufala o mezza verità? In molti si sono interrogati sulla fonte da cui è promanato l'avviso che ha iniziato a circolare intensamente in questi giorni. Le ricerche hanno condotto oltreoceano, fino in USA.

La stessa CNN ha parlato dei rischi dello scrivere la data abbreviata, soffermandosi sulle opportunità offerte ai truffatori e sui rischio di vulnerabilità e frodi, riportando le dichiarazioni di Ira Rheingold, direttore esecutivo della National Association of Consumer Advocates.

Anche Snopes, il sito anti bufale americano, ha analizzato approfonditamente la vicenda ha cercato di sedare l'allarmismo dilagate e i timori di incorrere in truffe. Allo stato attuale, non vi sono (ancora) prove che i timori suddetti possano effettivamente tramutarsi in realtà.

Stop agli allarmismi

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Certo. Chi avesse volontà di farlo, potrebbe manomettere i documenti, come tra l'altro avvenuto in passato. Nel caso della data abbreviata basterebbe aggiungere a penna due numeri (se il documento è manoscritto), oppure imprimere con la stampa le cifre (se il documento è dattiloscritto), senza dimenticare che nel nostro paese parrebbero legali anche le aggiunte a penna su documenti dattiloscritti.

Tuttavia, non è così semplice manipolare la data sui documenti senza destare sospetti e nel nostro ordinamento non mancano gli strumenti offerti dal legislatore per disconoscere atti sospetti o che si ritiene siano stati alterati.

Cosa conviene fare, dunque? Le fonti citate, supportate dai consigli forniti dalle associazioni a tutela dei consumatori, dai revisori dei conti e dai dipartimenti di polizia, consigliano di adottare le opportune cautele, ma senza farsi travolgere dagli allarmismi.

Non farà male adottare, come precauzione, l'accortezza di scrivere la data per esteso e non abbreviata. Chi sceglie di farlo, però, non dovrà esercitare questa buona abitudine in preda alla preoccupazione, ad esempio facendosi travolgere da timori (infondati) qualora, magari presi dall'abitudine, si sia scritta la data abbreviata e non per intero. Insomma, meglio prevenire che curare, ma senza eccessiva apprensione o incontrollata tensione.


Foto: 123rf.com
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