A stabilire che sui casi di abusi sessuali non potrà più essere opposto il segreto pontificio è papa Francesco con il "Rescriptum ex audientia" con cui si promulga un'istruzione "Sulla riservatezza delle cause"

di Gabriella Lax - Sui casi di abusi sessuali non potrà più essere opposto il "segreto pontificio". Così Papa Francesco nel suo "Rescriptum ex audientia" con cui si promulga un'istruzione "Sulla riservatezza delle cause". L'annuncio viene fatto nel giorno in cui il Pontefice ha compiuto 83 anni.

Abusi sessuali: abolito il segreto pontificio

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Per effetto di questa svolta storica del Santo Padre, è stato abolito il segreto pontificio per le cause canoniche di abusi sessuali su minori. Com'è scritto nell'Istruzione "Sulla riservatezza delle cause": «Non sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni». E si aggiunge «a chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti di causa». Inoltre le nuove norme stabiliscono che l'esclusione del segreto sussista «anche quando tali delitti siano stati commessi in concorso con altri delitti». Inoltre è stato aggravato il reato di detenzione e diffusione di immagini pornografiche che coinvolgano persone fino all'età di 18 anni (prima il limite era 14 anni).

Cos'è il segreto pontificio?

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Ma che cos'è il segreto pontificio? Secondo l'istruzione "Secreta continere" (o Instructio de secreto pontificio) il segreto è quello che riguarda materie di particolare gravità o importanza. Nello specifico: l'elaborazione di alcuni documenti pontifici; l'attività della Congregazione per la dottrina della fede (qui si inseriscono le modifiche) incluse le notificazioni e l'esame di pubblicazioni, le denunce di delitti contro la fede e i costumi. Un elenco che comprende anche informazioni riguardanti alcune misure e interventi della Segreteria di stato o del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, la creazione di cardinali, la nomina dei vescovi; i cifrari. Infine le questioni che il Papa, un cardinale o i legati pontifici riterranno opportuno custodire con il segreto pontificio.

Resta il segreto d'ufficio

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L'abolizione del segreto riguarda «le procedure che si svolgono in sede locale, sia quelle che hanno luogo a Roma, presso la Congregazione per la Dottrina della Fede». Resta però il segreto d'ufficio come in ogni ordinamento giuridico. Tuttavia è stabilito che «il segreto d'ufficio non osta all'adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo alle leggi statali, compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, nonché all'esecuzione delle richieste esecutive delle autorità giudiziarie civili». A significare che i magistrati civili degli altri Paesi potranno finalmente avere accesso agli atti dei processi canonici.

Il significato della svolta storica

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Serve precisare però che il segreto pontificio non intacca in alcun modo il sigillo sacramentale, cioè il segreto della confessione, che cosa ben differente dal segreto pontificio sugli atti e le testimonianze. Tantomeno significa che i documenti dei processi debbano diventare di dominio pubblico e siano dunque destinati alla divulgazione. Verrà comunque e sempre tutelata la riservatezza per le vittime e per i testimoni. Adesso però la documentazione dovrà essere messa a disposizione delle autorità civili per le indagini riguardanti i casi già interessati da un procedimento canonico.

Infine l'articolo 13 di Sacramentorum Sancitatis tutela viene sostituito e si legge «Funge da avvocato e procuratore un fedele, provvisto di dottorato in diritto canonico, che viene approvato dal presidente del collegio». Viene dunque abolita la norma secondo cui il ruolo di avvocato e procuratore, nelle cause per abusi in sede di Tribunali diocesani e Dottrina della fede, doveva essere adempiuto da un sacerdote. Ora potrà essere un laico.


Foto: 123rf.com
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