È quanto afferma il presidente Unaep ringraziando il presidente del Consiglio di Stato ma sottolineando lo "squilibrio esistente sul piano costituzionale delle parti del processo"

di Redazione - "Voglio ringraziare il presidente del Consiglio di Stato, Patroni Griffi, che ha sottolineato l'importanza di stabilire e mantenere un dialogo fra tutti gli operatori del processo amministrativo, a partire dagli avvocati amministrativisti, fra cui gli avvocati pubblici che occupano un posto di rilievo, vista la necessarietà della parte pubblica nel processo amministrativo". E' quanto afferma in una nota Antonella Trentini presidente dell'Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (Unaep).

"Quando parliamo di diritti o interessi e di loro tutela, non possiamo non pensare ad un unico disegno in cui alla difesa efficace e di qualità, si deve affiancare una altrettanto efficace ed efficiente risposta giustiziale" spiega la Trentini. L'avvocato, "al pari del giudice - continua - è al diretto servizio della Costituzione e delle libertà fondamentali, svolgendo entrambi una imprescindibile e fondamentale funzione sociale orientata all'attuazione di tali principi".

Tuttavia, osserva in ogni caso il presidente Unaep, resta "uno squilibrio sul piano costituzionale delle parti del processo. La funzione del magistrato è, infatti, contenuta nella Costituzione mentre quella dell'avvocato, pur prevista in più norme, non lo è. Ed è proprio nel processo amministrativo che siffatta claudicatio si manifesta in maniera particolarmente immediata, attesa la sindacabilità di poteri pubblici da un lato, e le posizioni dei cittadini, dall'altro". Occorre, conclude la Trentini, "che la magistratura pretenda che l'avvocatura diventi un interlocutore alla pari, che miri a quell'unità della giurisdizione che il ceto forense prima e la Curia ora sollecitano come valore comune da affermare in modo sempre più deciso".


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