Anche chi ha commesso vilipendio della bandiera, arrivando a bruciarla, prima dell'entrata in vigore della nuova norma che infligge un più mite trattamento sanzionatorio a chi la offende ha diritto a beneficiare dello sconto di pena. Lo sottolinea la Cassazione con la sentenza 22891 della Prima sezione penale. In particolare, piazza Cavour ha accolto il ricorso presentato da Michele D. C., un 45enne napoletano che era sato condannato dalla Corte d'appello di Napoli, febbraio 2005, a otto mesi di reclusione per vilipendio della bandiera strappata dal pennone del Museo Nazionale e data alle fiamme nel corso di una manifestazione tesa ad esprimere "una radicale e rabbiosa disapprovazione delle politiche economiche che non erano dirette ad assicurare un posto di lavoro". Secondo la Suprema Corte, che ha rinviato il caso alla Corte d'appello partenopea per la rideterminazione della pena, "il più favorevole trattamento sanzionatorio" che "punisce con la reclusione fino a due anni" rispetto alla precedente disciplina che puniva con la reclusione "da uno a tre anni" deve essere applicato anche se il fatto "è stato commesso nel vigore della precedente normativa".

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