Giro di vite del governo sugli affitti brevi, oltre a multe molto salate sta per essere introdotto un codice identificativo per le case

di Gabriella Lax - Multe salate da centomila euro ma non solo. Contro l'abusivismo nel campo degli affitti brevi, il governo è pronto ad introdurre anche un codice identificativo per le strutture ricettive, compresi gli alloggi affittati su piattaforma web.

Airbnb, per gli abusivi multe 100mila euro

E' una realtà sempre più diffusa quella dell'home sharing che consente di condividere la propria casa con turisti e viaggiatori che vogliono soggiornare in città per periodi brevi. E il ministro del Turismo Gian Marco Centinaio chiarisce: «Basta con le praterie con poche regole», considerato che l'home sharing grazie ad internet è un mercato prolifico  (solo Airbnb in Italia ha 360mila annunci e 8 milioni di arrivi lo scorso anno). Come anticipa il Sole 24 Ore, arrivano i provvedimenti del governo per contrastare l'abusivismo: tutte le strutture ricettive, comprese le case affittate on line, dovranno munirsi di un codice identificativo. Per chi non lo usa scattano multe salate fino a 100mila euro, «come accade in Inghilterra», evidenzia Centinaio.

Airbnb, come funziona il codice identificativo

Secondo il ministro le contromisure serviranno a «far sì che chi lavorerà in legalità avrà il codice identificativo e quindi potrà promuovere e vendere le proprie strutture anche sui siti on line, chi invece non avrà il codice identificativo vorrà dire che sarà un abusivo». Per i trasgressori si punta a imporre «le stesse multe

dell'Inghilterra: 100mila euro di multa a chi opera senza codice identificativo». Attività legislative che andrebbero incontro alle esigenze manifestate da albergatori e regioni, Lombardia e Piemonte in primis, che chiedono, da mesi, la regolamentazione dell'extraricettivo.

Il codice identificativo si usa già in altri Paesi, come l'Inghilterra e la Francia e anche in Italia si sta sperimentando: in Lombardia, in particolare, una delibera

ha previsto che dallo scorso primo settembre chi affitta stanze o interi appartamenti su piattaforme online dovrà indicare sugli annunci di pubblicità, promozione e commercializzazione un codice identificativo di riconoscimento (Cir), con multe da 2500 euro per chi non si mette in regola. Il codice garantisce che l'host ha dato comunicazione di inizio attività al comune di competenza e ha adempiuto a tutti gli obblighi stabiliti. Tra gli adempimenti previsti oltre alla comunicazione di inizio attività e all'ottenimento delle credenziali per la trasmissione dei dati turistici, ai gestori toccherà accreditarsi per la denuncia degli ospiti in base alle indicazioni dell'autorità di pubblica sicurezza, rispettando alcuni standard qualitativi essenziali (oltre a quelli fiscali e di sicurezza).


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