L'adozione del minore nella giurisprudenza 2018. Per i giudici l'adozione è la soluzione più estrema per tutelare il minore: se per lui non è pregiudizievole è necessario recuperare il rapporto con la famiglia

di Annamaria Villafrate - L'adozione è l'ultimo strumento di tutela a cui ricorrere per la tutela del minore. Al padre che vuole essere reintegrato nella responsabilità genitoriale deve essere consentito dimostrare l'assenza dello stato di abbandono e i parenti non possono essere esclusi a priori se prima non c'è un accompagnamento pubblico di supporto. I servizi sociali infatti non devono limitarsi a monitorare il comportamento di genitori e parenti, ma devono fornire un aiuto concreto. Il discorso cambia quando i nonni che richiedono l'affidamento del nipote non dimostrino di essersi attivati tempestivamente, o quando i genitori tossicodipendenti tengano un atteggiamento irresponsabile da cui non è possibile desumere alcuna progettualità per la vita della bambina. L'adozione mite infine è risolutiva quando i tempi necessari a verificare un possibile rientro del minore in famiglia non gli assicurino la stabilità di cui necessita.

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L'adozione deve essere l'ultima soluzione

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L'art. 8 della legge n. 184 del 4 maggio 1983 prevede che sono dichiarati in stato di adottabilità i minori di cui sia accertata la situazione di abbandono in quanto privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti, purché la mancanza di cura non sia dovuta a causa di forza maggiore

transitorie. Non rappresenta una causa di forza maggiore il rifiuto ingiustificato da parte dei genitori e dei parenti delle misure di sostegno offerte dai servizi sociali locali. Sussiste una situazione di abbandono anche quando i minori si trovano presso istituti di assistenza pubblici o privati o comunità familiari o siano in affidamento familiare.

Dalla norma emerge che l'adozione è l'ultimo stadio di un percorso lungo e complesso che interviene quando il minore si trova in stato di abbandono da parte di genitori e parenti, a meno che la mancanza di assistenza non derivi da una causa di forza maggiore transitoria. La giurisprudenza conferma la lettera della legge attraverso una serie di pronunce da cui si evince che si deve sempre tentare di recuperare il rapporto con la famiglia e i famigliari di origine, sempre a condizione che questo non sia pregiudizievole per il minore.

Reintegra responsabilità genitoriale per inesistenza stato di abbandono

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Secondo la Cassazione n. 16060/2018 il genitore decaduto dalla potestà genitoriale, può opporsi alla dichiarazione di adottabilità del figlio, impugnando la dichiarazione dello stato di abbandono purché ne dimostri l'effettiva inesistenza e tentando di recuperare in seguito il rapporto con il minore. Nulla impedisce infatti, in presenza dei presupposti richiesti dalla legge, di chiedere la reintegrazione della responsabilità genitoriale.

I familiari non possono essere esclusi

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Secondo la Cassazione n. 3915/2018 ai fini della dichiarazione dello stato di adottabilità del minore, se i genitori sono privi delle capacità genitoriali, il giudizio sui parenti che hanno rapporti significativi con il minore, deve essere effettuato solo in base a dati oggettivi, ma anche previa osservazione e disponibilità rilevate dai servizi sociali. Il caso riguarda una famiglia in cui il padre del minore era ignoto, mentre la madre era affetta da insufficienza mentale. I nonni non risultavano adeguati a prendersi cura del piccolo, lo zio ventiquattrenne invece, che aveva presentato domanda, era stato escluso a causa della giovane età e degli impegni lavorativi. La Suprema Corte invece accoglie il ricorso dello zio perché il giudizio di inidoneità non aveva neppure valutato la possibilità di supportare e accompagnare lo zio in un percorso pubblico.

I nonni devono avere rapporti significativi per l'affidamento

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I nonni materni non possono rappresentare figure parentali idonee a cui affidare il nipote se negli anni non hanno sviluppato un rapporto significativo con il minore per loro volontà. Per la Cassazione n. 9021/2018, per poter affidare il minore ai nonni, in una situazione di persistente abbandono, la mancanza di rapporti deve essere incolpevole e questi devono aver richiesto l'affido in tempi ragionevolmente tempestivi, se è stato allontanato da loro subito dopo la nascita.

Adozione mite quando è impossibile l'affidamento preadottivo

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L'adozione prevista in casi particolari, come sancito dall'art. 44, lett. d), l. n. 184/1983 è considerata una clausola di chiusura del sistema che mira a salvaguardare la continuità affettiva ed educativa tra adottante e adottando, quando non si può procedere all'affidamento preadottivo, intendendo questo impedimento come un'impossibilità "di diritto" e non di fatto di procedere all'affidamento preadottivo. La Cassazione 9373/2018 ritiene infatti che i tempi necessari a verificare la possibilità di rientro del bambino nella famiglia di origine, siano inconciliabili con le sue esigenze di stabilità.

Adozione se genitori tossicodipendenti e irresponsabili

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Secondo la Cassazionen. 7558/2028 è adottabile la figlia minore di genitori tossicodipendenti e responsabili di reati penali, che non dimostrano una progettualità consona alla crescita della bambina. Il padre si è dimostrato ostile nei confronti della madre della bambina (inadeguata, a suo giudizio, a crescere la bambina) e dei servizi sociali, responsabili, secondo lui, di non averlo aiutato. La madre invece viveva in un luogo inadeguato alle esigenze di una bambina ed era seguita dai servizi sociali.

Minore adottabile dopo tutti i tentativi

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La Cassazione n. 7559/2018 rileva come nel caso sottoposto al suo esame i servizi sociali si sono limitati a un'attività di mero controllo, senza la proposta di un aiuto concreto. Secondo la Suprema Corte invece per giungere alla dichiarazione di adottabilità è necessario dimostrare un tentativo concreto e costante di aiuto al genitore in difficoltà, di modo che l'adottabilità sia la soluzione estrema di tutela del minore.


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