La bizzarra vicenda di un detenuto che ha preferito andare in carcere pur di non restare ai domiciliari in un ambiente familiare per lui insostenibile

di Maria Giulia Cataldi - Non è dato sapere se sia stato per colpa di una suocera invadente o più semplicemente per la voglia di fuggire da una moglie intrattabile. Sta di fatto che un detenuto di Marcianise che si trovava agli arresti domiciliari, ha deciso di evadere e di rivolgersi ai carabinieri per essere accompagnato in carcere pur di stare alla larga da quella che considerava una situazione di convivenza insostenibile.

La vicenda

E' quanto emerge da una recentissima sentenza della Corte di Cassazione, la n. 14502/2018 (sotto allegata) dove si legge che il detenuto, dopo essersi allontanato dal domicilio, si era recato nel bar più vicino ad attendere che le Forze dell'ordine (cui aveva telefonato per andarlo a prelevare) lo conducessero in prigione.

Arresti domiciliari: allontanarsi è evasione

In linea con una decisione precedentemente assunta, gli Ermellini, riformando la sentenza di assoluzione della Corte d'Appello di Napoli, hanno considerato dolosa la condotta dell'uomo che volontariamente si era allontanato dal domicilio in cui era agli arresti ed hanno così rinviato a nuovo giudizio presso altra sezione della corte territoriale.

Questo l'epilogo di una vicenda giudiziaria che ha "accontentato" l'insolita decisione del detenuto.

Come si suol dire "chiusa una porta, si apre un portone". In questo caso quello del carcere.

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Cassazione sentenza n. 14502/2018

Foto: 123rf.com
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