Con notevole anticipo rispetto ai tempi previsti, è stato pubblicato in Gazzetta ed entrerà in vigore il 21 marzo il decreto del 22 gennaio 2018 che introduce la formula del condhotel,

di Gabriella Lax - Anche in Italia i condhotel stanno per diventare realtà. Con notevole anticipo rispetto ai tempi previsti, è stato pubblicato in Gazzetta ed entrerà in vigore il 21 marzo il decreto n. 13 del 22 gennaio 2018 (sotto allegato) che introduce la formula del condhotel, una sorta di ibrido tra condominio e albergo. La ratio del Dpcm è quella di "diversificare l'offerta turistica e favorire gli investimenti volti alla riqualificazione degli esercizi alberghieri esistenti sul territorio".

Che cos'è il condhotel?

Nella formula del condhotel il proprietario di un albergo vende una camera (con cucina) in modo che l'ospite sia indipendente e autonomo. Chi acquista questo genere di camera potrà utilizzarla esclusivamente per scopi propri, ad esempio per trascorrere le vacanze estive o natalizie, e darla in affitto in "periodi morti", affidando l'incarico al gestore della struttura alberghiera, con cui dividerà il guadagno totale. Il proprietario della struttura alberghiera può decidere di trasformare in appartamenti da vendere con la formula del condhotel una porzione della struttura esistente, fino ad un massimo del 40% della superficie. Oppure aggregare ad un hotel esistente un certo numero di appartamenti ubicati nelle immediate vicinanze (massimo 200 metri lineari).

Da un lato, possono trarne beneficio i turisti particolarmente affezionati a un hotel o a un luogo di vacanza, dall'altro ci sono gli albergatori che potrebbero incamerare risorse da investire sullo svecchiamento delle strutture.

Condhotel: i requisiti

Tra le condizioni necessarie per l'esercizio vi sono:

- la presenza di «almeno sette camere, al netto delle unità abitative ad uso residenziale;

- la presenza di portineria unica per tutti coloro che usufruiscono del condhotel, sia in qualità di ospiti dell'esercizio alberghiero che di proprietari delle unità abitative a uso residenziale, con la possibilità di prevedere un ingresso specifico e separato ad uso esclusivo di dipendenti e fornitori;

- la gestione unitaria e integrata dei servizi del condhotel e delle camere, delle suites e delle unità abitative arredate destinate alla ricettività e delle unità abitative ad uso residenziale;

- l'esecuzione di un intervento di riqualificazione, all'esito del quale venga riconosciuta all'esercizio alberghiero una classificazione minima di tre stelle;

- il rispetto della normativa vigente in materia di agibilità per le unità abitative ad uso residenziale».

Condhotel: obblighi del gestore

Tra gli obblighi del gestore unico c'è l'impegno «a garantire ai proprietari delle unità abitative ad uso residenziale, oltre alla prestazione di tutti i servizi previsti dalla normativa vigente, ivi inclusi quelli di cui alle rispettive leggi regionali e alle relative direttive di

attuazione per il livello in cui il condhotel è classificato».

Il decreto prevede la semplificazione della rimozione del vincolo di destinazione alberghiera

Stabilendo che in questi casi per «interventi edilizi sugli esercizi alberghieri esistenti e limitatamente alla realizzazione della quota delle unità abitative ad uso residenziale, ove sia necessaria una variante urbanistica, le Regioni possono prevedere, con norme regionali di attuazione, modalità semplificate per l'approvazione di varianti agli strumenti

urbanistici da parte dei Comuni».

Dpcm n. 13/2018

Foto: 123rf.com
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