Avanza l'intelligenza artificiale negli studi legali, anche se in molti "assumono" i vari robot persiste ancora la diffidenza

di Gabriella Lax - Anche gli avvocati robot fanno parte dell'immensa rivoluzione che l'intelligenza artificiale sta portando in moltissimi campi. Ma è anche vero che per gli studi legali il discorso è diverso: possono dormire sonni tranquilli gli avvocati, mai e poi mai il loro lavoro prezioso potrà essere sostituito da algoritmi, piuttosto gli stessi li aiuteranno a fare meglio il lavoro e a concentrarsi sui passaggi più importanti, eliminando solo le pratiche più noiose.

Studi legali italiani "assumono" l'ultima intelligenza artificiale

Tra le intelligenze artificiali c'è Luminance una tecnologia sviluppata dai matematici dell'Università di Cambridge premiata come "Best artificial intelligence product in legal" durante il convegno londinese CogXeLuminance, adottata da studi inglesi come Slaughter and May, statunitensi come Cravath Swaine & Moore e per la prima volta in Italia dallo studio Portolano Cavallo. Un algoritmo capace di svolgere un'analisi del testo che non si ferma alle parole, ma che comprende la sintassi, la ricorrenza dei termini, il loro ordine e la loro vicinanza all'interno di una frase. Un software che va addestrato e calibrato per diventare sempre più bravo a lavorare con la lingua italiana. In questa prima fase, come spiega al Sole 24 Ore Yan Pecoraro, socio di Portolano Cavallo e responsabile dell'implementazione di Luminance: «Il training è relativamente semplice perché si "educa" il sistema a utilizzare la lingua italiana "insegnando" i concetti più importanti mano a mano che si incontrano nei documenti: è il caso delle clausole dei contratti, per esempio sul recesso, sul foro esclusivo e così via. La piattaforma inoltre ha un'interfaccia molto intuitiva e piacevole, e costi gestibili perché associati al volume di dati».

Ad un anno dalla sua introduzione nello studio italiano, la difficoltà maggiore è l'avvio della procedura in lingua italiana, infatti evidenzia il legale: «L'adozione del software ha comportato un notevole investimento di tempo per "educarlo" al lessico giuridico italiano, ma per alcune attività il risparmio di tempo garantito da Luminance è impressionante.

Verso i robot in studio però c'è, costi a parte, una certa diffidenza «forse perché l'adozione di queste soluzioni innovative richiede una rivisitazione di modalità di lavoro consolidate ormai da anni e magari anche per il timore di perdere opportunità di lavoro. Noi come studio abbiamo una posizione mediana: è un sistema di supporto, rende il servizio più efficiente, ma non elimina la figura dell'avvocato».

Altre storie di robot avvocati

In molti Stati c'è Chatbot in grado di dare consulenza legale gratuita, ideato dall'imprenditore britannico Joshua Browder. Browder che ha battezzato il software "il primo avvocato robot del mondo". Chatbot, secondo il suo inventore, potrebbe mettere in difficoltà la lobby degli avvocati. Tuttavia si scopre che la specializzazione di questo avvocato-automatico è ottenere il risarcimento per multe ingiuste legate a biglietti del parcheggio. Il robot vanta già 375mila vittorie in tribunale.

Poi c'è DoNot Pay, robot istruito per comprendere le normative specifiche di 50 Stati e presentare richieste di proteste contro le multe. Basta che il cliente scriva chiaramente la situazione ed problema del tipo (esistono più di mille categorie) e il bot comincia a conversare con lui per avere più dettagli. Se comprende il problema produce il testo di una lettera da mandare al Comune che va solo stampata e firmata, ed il gioco è fatto o meglio la multa è contestata. E ancora Ross che, nello studio legale Baker & Hostetler, si occupa di diritto fallimentare e aiuta gli avvocati nelle ricerche di documenti legali e sentenze a tema. Un assistente virtuale capace di semplificare la vita: oltre a fare le ricerche per i singoli casi è capace di fare collegamenti logici e proporre soluzioni ad hoc che aiutano l'avvocato a interpretare il caso e ad agire di conseguenza. Per gli studi legali che si occupano di contrattualistica c'è Kira, una forma di intelligenza artificiale capace di abbreviare i tempi legati alle analisi di centinaia di pagine di contratti. Il robot analizza i contratti, ne estrapola le parti più importanti per lo studio legale, individua le clausole più rilevanti.

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Foto: 123rf.com
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