La Cassazione ha condannato il pedone per omicidio colposo con pena sospesa dalla condizionale perchè sbucando all'improvviso aveva provocato l'incidente di un motociclista

di Gabriella Lax - Un anno di reclusione per il pedone imprudente che rappresenta un rischio mortale per la circolazione stradale. Così ha deciso la Cassazione, con la sentenza 32095/2017 (sotto allegata), che ha punito con un anno di reclusione e la pena sospesa dalla condizionale, un cinquantenne che aveva attraversato con il rosso e che, passando dietro l'autobus dal quale era sceso, era "sbucato" all'improvviso davanti a un motociclista che, per effetto dell'impatto era finito contro il palo di un segnale stradale perdendo la vita. 

Per la Suprema Corte si è trattato di concorso colposo in misura del 75% nella morte del centauro. Il pedone dovrà risarcire i familiari del motociclista con 150mila euro di indennizzo, come aveva statuito nel febbraio 2015 la Corte di Appello di Milano. 

Pedone condannato, le motivazioni

«Tenuto conto dell'assenza di tracce di frenata - scrivono i giudici - della presenza di almeno un mezzo di grosse dimensioni che occultava la visibilità dei pedoni e della rapidità con cui è avvenuto l'investimento, correttamente i giudici di merito hanno concluso che il motociclista si trovasse a così breve distanza dall'attraversamento pedonale, da non poter utilmente arrestare il proprio veicolo in condizioni di sufficiente sicurezza anche volendo ipotizzare che il semaforo proiettasse per i veicoli luce gialla e non verde». Dunque, l'attraversamento del pedone è stato "assolutamente improvviso ed inaspettato e, come tale, non poteva essere previsto dal motociclista, il quale ragionevolmente ha fatto affidamento sul rispetto delle fondamentali prescrizioni in materia di circolazione stradale da parte degli altri utenti della strada". 

Per cui, se è vero che, sovente, nel caso di incidenti stradali il pedone rappresenta l'anello debole, è vero altresì che, con questa decisione la Cassazione ha adottato la linea dura contro "l'attraversamento selvaggio", a volte, dovuto all'uso fuori luogo dei telefonini. 

Cassazione, sentenza n. 32095/2017

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