Cambia anche il percorso per diventare insegnanti. I decreti in Gazzetta Ufficiale, in vigore dal 31 maggio

di Valeria Zeppilli - Nella Gazzetta Ufficiale del 16 maggio 2017 sono stati pubblicati otto nuovi decreti attuativi della Buona Scuola, tanto attesi e pronti ad entrare in vigore il prossimo 31 maggio.

La nuova maturità

Tra le cose che cambieranno nella scuola vi è, innanzitutto, la maturità che, a partire dall'anno scolastico 2018/2019, si presenterà con una nuova veste.

Se la regola sarà quella dell'ammissione con almeno tutti 6, il consiglio di classe avrà comunque la possibilità di ammettere chi ha un voto inferiore alla sufficienza in una sola disciplina, motivando adeguatamente. Tuttavia, l'insufficienza in condotta preclude sempre l'accesso all'esame.

Alla maturità non potrà accedere, poi, chi non ha svolto le attività di alternanza Scuola-Lavoro così come chi non ha svolto la prova nazionale Invalsi.

In concreto l'esame consisterà in due prove scritte e un colloquio orale.

Ammissione alla primaria

Per quanto riguarda l'ammissione alla primaria, i nuovi decreti attuativi della Buona Scuola la considerano la regola, alla quale può farsi eccezione solo in casi straordinari e se tutti i docenti sono d'accordo.

Curriculum dello studente

Ogni studente avrà poi un curriculum che sarà allegato al diploma dell'esame di maturità.

In esso saranno indicati: le discipline ricomprese nel piano degli studi; il monte ore complessivo destinato a ciascuna di esse; i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale per ciascuna disciplina rilevata; la certificazione sulla comprensione e l'uso della lingua inglese; le competenze, le conoscenze e le abilità anche professionali acquisite; le attività culturali, artistiche e di pratiche musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extra scolastico; le attività di alternanza scuola-lavoro e, infine, le eventuali ulteriori certificazioni conseguite.

Scuola dell'infanzia

Con riferimento all'infanzia e alla scuola dell'infanzia, i decreti prevedono il progressivo ampliamento, con connessa qualificazione, dei relativi servizi educativi su tutto il territorio dello Stato.

A tal fine è istituito un Fondo specifico di 239 milioni di euro l'anno dal quale gli Enti locali potranno attingere le risorse necessarie.

É inoltre prevista l'istituzione di una soglia massima di contribuzione da porre a carico delle famiglie.

Istruzione professionale

Venendo all'istruzione professionale, i percorsi dureranno cinque anni divisi in triennio e biennio, mentre, dall'anno scolastico 2018/2019, gli indirizzi diventeranno 11 e potranno essere declinati da ciascun istituto scolastico tenendo conto delle peculiarità del territorio. I laboratori, poi, saranno rafforzati.

25 milioni di euro l'anno saranno definitivamente stanziati per l'apprendistato formativo, affiancandosi ai 48 milioni stimati come necessari per incrementare il personale necessario al fine di garantire che le novità siano attuate.

Piano delle arti

La creatività nelle scuole assume un ruolo prioritario, con la predisposizione del cd. piano delle arti.

Si tratta, nel dettaglio, di una serie di interventi programmati ogni triennio da Miur e Mibact, proprio con il fine di sviluppare le tematiche della creatività, ai quali sono riservati 2 milioni di euro l'anno e il 5% dei posti di potenziamento dei piani di offerta formativa.

Diritto allo studio

I decreti si occupano anche di welfare studentesco, con lo stanziamento di fondi per la copertura di borse di studio per l'acquisto di materiali didattici, per l'accesso a beni di natura culturale e per i trasporti, riservati agli studenti di scuola superiore.

Altre risorse saranno investite poi, a partire dal 2019, in favore delle scuole per l'acquisto di libri di testo ed altro materiale didattico, anche su supporto digitale.

Infine, a partire dall'anno scolastico 2018/2019, per gli studenti di quarto e quinto superiore sarà possibile beneficiare dell'esonero dal pagamento delle tasse scolastiche, sulla base dell'Isee.

Come diventare professori

L'accesso all'insegnamento, poi, viene aperto a tutti i laureati che abbiano conseguito almeno 24 crediti universitari.

Il primo passo da compiere a tal fine sarà quello di superare uno dei concorsi biennali (fissati a partire dal 2018), che daranno accesso a un percorso di formazione, inserimento e tirocinio di durata triennale con retribuzione prevista sin dall'inizio ma di importo via via crescente.

L'esito positivo del triennio determina l'immissione in ruolo.

In ogni caso, è previsto anche un periodo transitorio necessario per "svuotare" le graduatorie a esaurimento e quelle risultanti dal concorsone del 2016.

Infine, per coloro che stanno insegnando come supplenti da tempo, i decreti attuativi prevedono delle procedure concorsuali specifiche.

Docenti di sostegno

La riforma si occupa anche di docenti di sostegno della scuola dell'infanzia e della scuola primaria, che sino ad ora erano molto spesso "improvvisati".

Con l'attuazione della Buona Scuola si inaugura, infatti, un corso di specializzazione specifico.

La formazione specifica riguarderà anche il personale ATA mentre vengono inserite nuove professionalità nelle commissioni mediche di accertamento della disabilità.

Scuole all'estero

Aumentano infine gli insegnanti all'estero, il cui numero complessivo passa da 624 a 674. Cambiano anche i loro tempi di permanenza fuori dall'Italia, che non saranno più di 9 anni come ora ma di due periodi di 6 anni intervallati da 6 anni trascorsi in una scuola italiana.




Valeria Zeppilli

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