di Valeria Zeppilli - La dibattuta questione riguardante il chi è tenuto a pagare la retta per il ricovero dei soggetti malati di Alzheimer sembra non trovare mai una soluzione definitiva.
I costi sono a carico dei parenti? O a doversene fare carico è piuttosto il servizio sanitario nazionale?
Queste domande, rimbalzate per lungo tempo tra le bocche degli interessati senza riuscire a trovare una risposta, negli ultimi anni sembravano essere state finalmente soddisfatte: la sentenza della Corte di Cassazione numero 4558 del 22 marzo 2012, infatti, ha statuito che l'onere del pagamento della retta per il ricovero grava interamente sullo Stato dato che le condizioni di salute che connotano tale malattia richiedono sempre una stretta correlazione tra le prestazioni sanitarie e quelle assistenziali, tale da determinare la totale competenza del SSN.
Di conseguenza, almeno sino ad ora, si era giunti a ritenere ormai pacifico che né i malati di Alzheimer né i loro parenti dovessero versare alcuna retta alle RSA o alle case di cura convenzionate. A poter legittimamente richiedere un pagamento, semmai, erano solo le case di cura private.
Peccato, però, che non sempre le parole della Corte di cassazione assumono il giusto rilievo e i giudici del merito tornano spesso a mescolare le carte in tavola e a riportare la confusione.
Tanto ha fatto, a tal proposito, il Tribunale di Padova con la sentenza numero 2552/2016, bocciando l'opposizione presentata dai parenti di un malato avverso il decreto ingiuntivo chiesto ed ottenuto da una casa di riposo per il mancato pagamento di una retta inerente il ricovero di un malato di Alzheimer.
Più nel dettaglio, il giudice del capoluogo veneto ha sottolineato che il quadro normativo di riferimento si presenta oggi differente rispetto a quello che ha sostenuto la decisione del 2012 della Cassazione con la conseguenza che non si può più fare leva sul fatto che, con riferimento ai malati di Alzheimer, non è possibile determinare le quote di natura sanitaria e distinguerle da quelle di natura assistenziale.
Ed ecco qui che l'opposizione dei parenti si è trasformata in un buco nell'acqua: la retta della "quota alberghiera" grava su di loro.