Trovato l'accordo sul ddl di riforma del processo penale in commissione al Senato. Si accelerano i tempi per l'approdo in aula

di Marina Crisafi - Tre anni di sospensione, ma suddivisi in maniera diversa. È questo l'accordo raggiunto in commissione giustizia del Senato, con il via libera agli emendamenti (a firma Albertini-Bianconi) che modificano l'art. 9 del disegno di legge di riforma del processo penale.

Nello specifico, rispetto al testo licenziato dalla Camera che prevedeva uno stop ai tempi di prescrizione di due anni dopo il primo grado di giudizio e di uno dopo il secondo, il nuovo testo prevede la sospensione di 18 mesi sia dopo il primo che dopo il secondo grado.

Nell'accordo di maggioranza, è stata trovata la quadra anche sulla corruzione. È previsto infatti uno stop alla prescrizione fino a 18 anni, nel caso di condanna ex art. 319 c.p. e si modifica l'art. 161 c.p. prevedendo l'aumento della metà della pena al verificarsi del compimento di un atto interruttivo del processo.

"Un giusto punto di equilibrio" quello raggiunto, ha affermato il guardasigilli Orlando "che consente di evitare che processi di particolare rilevanza che sono arrivati a un giudizio di primo grado con una sentenza di condanna possano finire nel nulla". In tal modo, infatti, a detta del ministro, non solo "tutti i reati contro la Pa che abbiano una natura originata da un patto criminale diventano di difficilissima prescrizione perché l'allungamento dei tempi tiene conto di questa natura" ma si profila anche "la possibilità di un processo più rapido".

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